MONDO OVALE di

La Francia mette in ansia gli All Blacks, Foley dà una nuova dimensione ai Wallabies

Giovedì 15 Ottobre 2015
Nord contro Sud. La Coppa del Mondo assegna sabato e domenica ai quarti di finale il titolo virtuale tra i due emisferi.  Le quattro partite proporranno infatti lo stesso tema. I favori sono per l’emisfero australe, che finora ha  conquistato 6 coppe su 7. Però è anche vero che tranne nel ’95 in Sudafrica, l’Europa ha sempre avuto una finalista. Delle sue quattro squadre, l’Irlanda è la più accreditata. Ma anche Francia e Galles possono sperare in un colpo a sorpresa nella giornata di sabato.   SUDAFRICA-GALLES. Sabato, ore 17 a Twickenham: la fisicità è il punto forte degli Springboks, che però ultimamente si sono parecchio allontanati dalla tradizione per inseguire un rugby più espansivo, che cerca la lateralità con il gioco di passaggi. L’ambizione era di rivaleggiare con gli All Blacks, proprio in vista di questo Mondiale. Solo che i neozelandesi restano inarrivabili. Il guaio per i sudafricani è che per diventare più moderni, hanno perso smalto proprio sui loro tradizionali punti forti: la mischia ordinata non è più così irresistibile e anche la touche contro il Giappone ha balbettato. Il gioco al piede inoltre appare piuttosto inaccurato e Pollard non sembra essere l’apertura più adatta per occupare il campo. Guarda caso le caratteristiche che di solito servono in una Coppa del Mondo. La loro fortuna per sabato è che il Galles nelle fasi di conquista soffre una debolezza grave. Però le squadre di Gatland sono sempre ben attrezzate nella tenuta atletica e questa non fa eccezione. Gareth Davies forma con Biggar una delle coppie mediane più interessanti, in grado di rivaleggiare con quella sudafricana.  Su di essa farà affidamento Gatland specie sul piano tattico e dell’occupazione del campo, unitamente alla difesa in pressione, ai contrattacchi e alla tenuta fisica. PERCENTUALI: Sudafrica 55 - Galles 45.  NUOVA ZELANDA-FRANCIA. Sabato, ore 21 a Cardiff:  i campioni in carica sono i più forti al mondo. E se il Mondiale si giocasse con la formula del girone forse avrebbero sempre vinto loro. Invece la partita secca li espone a rischi. Specie contro la Francia, storicamente la loro bestia nera. La squadra che ha osato fare agli All Blacks quello che nessuno aveva mai fatto. Anche quattro anni fa, nella finale di Auckland, stavano per combinargliela grossa. Il loro  gioco è semplice, diretto, a bassa complessità: conquista, difesa, un gioco al piede  trovato quasi a sorpresa grazie all’inattesa metamorfosi dell’apertura Michalak. Basterà a mettere in crisi gli All Blacks? Dipende dall’intensità che sapranno raggiungere i francesi nel combattimento, dalla forza mentale, dall’abilità nel trasformarsi ed esaltarsi. In una sera sono capaci di tutto. Ma questa Nuova Zelanda ha molte più risorse che in passato. Una gioco totale che sa adattarsi, diventare molto pragmatico.  Una mediana stratosferica con Smith e Carter, il gioco al piede più intelligente al mondo: tutti i trequarti sanno calciare tatticamente.  Inoltre c’è un abisso nel movimento con i primi cinque uomini del pacchetto neozelandese che partecipano mescolati ai trequarti con una polivalenza che non ha precedenti. PERCENTUALI: Nuova Zelanda 70 - Francia 30.  IRLANDA-ARGENTINA. Domenica, ore 14 a Cardiff: i verdi sotto la gestione di Joe Schimdt hanno alzato il livello del gioco: collaudatissimo, completo e capace di interpretare più registri tattici.  Hanno una grande fiducia derivante dal fatto che nelle ultime due stagioni in Europa hanno battuto tutti, virtualmente anche gli All Blacks. All’80’ a Dublino la trasformazione dei  neozelandesi era finita fuori e se l’arbitro non l’avesse, piuttosto inusualmente, fatta ripetere l’Irlanda avrebbe ottenuto una storica vittoria. Il loro gioco al piede è tra i più incisivi. Sono però stati colpiti dagli infortuni. Hanno perso O’ Mahony e il capitano O’Connell. Non dovesse farcela a recuperare anche Sexton, potrebbero essere guai grossi. I ricambi ci sono, e più di uno anche. Ma Jonathan è di un’altra pasta. La sua assenza potrebbe spostare gli equilibri a favore di un’Argentina che sente l’effetto positivo dell’ingresso nel Four Nations e che in estate ha battuto il Sudafrica. Solidi nella conquista e con qualità nei trequarti (occhio alla rivelazione Santiago Cordero), aggressivi come pochi, hanno i mezzi per essere la sorpresa del Mondiale. Non a caso hanno già fatto soffrire gli All Blacks. PERCENTUALI: Irlanda 50 - Argentina 50.  AUSTRALIA-SCOZIA. Domenica a Twickenham, ore 17: i Wallabies  sono assieme agli All Blacks i principali candidati alla Coppa.  L’arrivo di Michael Cheika come capo allenatore, che si è portato Mario Ledesma come preparatore della mischia, sta trasformando un gruppo di giocatori talentuosi in una macchina da gioco bella e spietata. Il loro rugby è diventato più globale e cinico: la mischia lievita costantemente, i maul penetranti sono abrasivi, piedi splendidi, mai esagerati però, affidati addirittura a una coppia di mediani di apertura: Foley e Giteau. Il primo ha il dieci, il secondo il 12. Ma di fatto si scambiano le posizioni, inventano, seminano incertezza nelle difese, alternano le opzioni offensive attaccando la linea e sfoderando all’occorrenza calci di 70 metri in touche. La rivelazione è Bernard Foley, che Cheika aveva all’apertura nei Waratahs e che si è ora portato in nazionale. Contro l’Inghilterra ha disputato la partita perfetta, segnando due mete capolavoro e 28 dei 33 punti della vittoria. Con un’apertura così nulla sembra impossibile.  Sarà durissima per la Scozia tentare l’impresa. Vero che Cotter ha ridato entuasiamo agli Highlandes e alzato per prima cosa il ritmo. Combatte, corre molto e cerca gli spazi la Scozia. Ma dipende troppo da Laidlaw, manca in generale di potenza, con grosse difficoltà a superare la linea di vantaggio. PERCENTUALI: Australia 80 - Scozia 20. (Toni Liviero) Ultimo aggiornamento: 03:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA