MONDO OVALE di

Fondamentali e spettacolo: gli All Blacks spostano le frontiere del rugby totale

Venerdì 29 Agosto 2014
E chi se l’aspettava dopo la prova spenta e sferzata dalla bufera nell’esordio di Sydney? Il pareggio della Nuova Zelanda con l’Australia si è trasformato nella partita di ritorno, all’Eden Park di Auckland, in una dimostrazione sbalorditiva di rugby totale. Non solo sul piano dello spettacolo, ma della concezione stessa del gioco, proposto a un livello mai visto prima.  Steve Hansen, che già nella scorsa stagione aveva apportato evoluzioni significative alla distribuzione offensiva dei primi cinque uomini del pacchetto di mischia nelle fasi dinamiche, ora ha spinto con maggior decisione sul versante della globalità dell’attacco.  Passando dall’utilizzo senza limiti della polivalenza dei giocatori (la "suppleance" cara a Pierre Villepreux) all’alternanza piena degli assi d’attacco e delle forme di gioco, riprendendo intuizioni  che erano state di Carwyn James e, per certi versi, di Raoul Barrière, due tecnici che in Italia abbiamo avuto la fortuna di conoscere  a cavallo degli anni Ottanta. FORME DI GIOCO. Non più solo l’utilizzo prevalente del gioco alla mano, dell’asse laterale e del contrattacco. Ma una variazione costante di tutte le forme: calci tattici (specie in gioco aperto), maul penetranti, mischie ordinate aggressive. Forme messe in relazione coerente tra loro e miscelate alla massima velocità. Uno "spritz" che ha inciucchito e fatto esplodere il sistema difensivo australiano che pur la settimana prima aveva dato prova di coesione. THINKING GAME. La squadra di Hansen dà l’impressione di voler allargare l’area della coscienza del "thinking game" non più riconducibile al solo "continuity game", ma molto più complessa, armonica, equilibrata, sorprendente. Non è un caso che quattro delle sei mete neozelandesi  siano venute dal maul avanzante (le due di McCaw), dalla marcatura tecnica su mischia chiusa, e da un contrattacco condotto al piede, nello specifico con un calcetto radente a banana di Savea. Una miscela di combattimento e movimento, di testa e cuore, di mani e piedi, di immaginazione e pragmatismo. SFIDA ETICA E TATTICA. Certo nel rugby professionistico  si può sempre alzare l’intensità  fisica e dinamica (ma fino a che punto? un limite andrebbe individuato per motivi etici) e con essa armare le fasi di combattimento e la difesa. Che possono mettere pressione e destabilizzare qualunque attacco. Ma il rugby totale della Nuova Zelanda mi sembra molto ben congegnato per far fronte a qualunque situazione. Sempre che i kiwi sappiano rigenerarsi sul piano delle energie fisiche e mentali. (Toni Liviero) SITUAZIONE - 2. turno: Nuova Zelanda-Australia 51-20, Argentina-Sudafrica 31-33. CLASSIFICA - Sudafrica 8, Nuova Zelanda 7, Argentina 2, Australia 2. PROSSIMO TURNO - Sabato 6 settembre: Nuova Zelanda-Argentina, Australia-Sudafrica. Ultimo aggiornamento: 18:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA