MONDO OVALE di

Brunello in panchina a Calvisano
invece che dell'Italia under 20

Martedì 19 Aprile 2016
L’articolo del "Gazzettino" su Massimo Brunello, tecnico rodigino scelto per la panchina del Calvisano invece che dell’Italia under 20, ha suscitato la prevedibile reazione del presidente della Fir Alfredo Gavazzi, sentitosi chiamato in causa. Ha replicato, com’è suo stile, con una lettera lunga il doppio del pezzo. Propongo qui  entrambi (articolo e lettera) dopo che sul giornale ne è uscirta, ovviamente, solo una sintesi. Buona lettura... per chi avrà la forza di arrivare fino in fondo. (Ivan Malfatto)
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L’ARTICOLO
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Meglio far vincere il terzo scudetto consecutivo al Calvisano o migliorare i disastrosi risultati dell’Italia under 20? Nessun dubbio, lo scudetto. È le scelta fatta e avallata da Alfredo Gavazzi a inizio stagione affidando a Massimo Brunello (nella foto) la panchina del glorioso club da lui fondato, di cui i figli sono proprietari, invece della Nazionale di cui è responsabile come presidente Fir. Per giustificare le 5 sconfitte nel Sei Nazioni (43 punti-4 mete fatti, 160-21 subiti) degli Azzurrini allenati da Alessandro Troncon, Gavazzi ha detto alle telecamere di DMax: «17-18 giocatori dell’Italia under 20 sono del secondo anno di categoria, quindi più giovani. Concedere un anno ai rivali non è semplice. Questa squadra può crescere, è in una prospettiva importante». Dato per vero ciò, chi meglio di Brunello poteva gestire il presente e svilupparne il futuro?Brunello ha guidato l’anno scorso questi ragazzi, ora passati di categoria, con l’Italia under 18 alla stagione più positiva nella storia delle giovanili azzurre: 6 vittorie (Argentina, Francia, Irlanda, Galles, Usa, Uruguay); 1 pareggio, divenuto sconfitta solo ai calci in semifinale all’Europeo (Georgia); 1 sconfitta (Inghilterra). Il tecnico conosce pregi e difetti, potenzialità e limiti degli Azzurrini. Tanto da accoglierne il leader Marco Riccioni direttamente a Calvisano invece che all’Accademia federale under 20 (e pure qui ci sarebbe da discutere). Logica, competenza, amor di patria (l’Italia) avrebbero voluto che fosse Brunello il nuovo ct. Affidando magari la panchina di Eccellenza a Troncon. Invece è prevalso ancora l’amor di piccola patria (Calvisano) finendo come sappiamo. L’Italia under 20 ha messo in bacheca il secondo Cucchiaio di legno consecutivo. Calvisano conquisterà il terzo scudetto di fila, se le rivali non capovolgeranno l’ampio pronostico a suo favore. Se questo è un esempio di sviluppo delle Nazionali, auguri a O’Shea, Aboud & C. Ne hanno bisogno.
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LA RISPOSTA
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Caro Ivan,
i sento in dovere di scriverti a seguito del Tuo articolo apparso stamane su Il Gazzettino, dal titolo “Emergenza Under 20. Pesa il fattore Brunello”.
Mi è chiaro ormai da tempo come il mio operato non coincida con quella che è la tua visione della formazione. Allo stesso modo, mi è chiaro come la mia provenienza rappresenti per te un insanabile conflitto di interessi. Mi rincresce constatarlo ma, dopo i numerosi scambi avuti, non credo tu sia aperto in alcun modo a modificare il tuo modo di vedere le cose, anche di fronte ad evidenze manifeste. Personalmente, ritengo di agire sempre nell’interesse del nostro sport e – per venire al tema a te tanto caro - di aver più volte dato prova del mio distacco dal Club che ho fondato oltre quarantacinque anni fa. Non posso però – e, permettimi, nemmeno voglio – cancellare il mio passato.
Ciò detto, trovo inopportuno e strumentale pensare e scrivere che un Presidente federale anteponga gli interessi di un Club – da cui proviene, come tutti i Presidenti nella storia di FIR - a quelli di una Nazionale, o più in generale del movimento.
La FIR fa le proprie scelte secondo quanto ritiene proficuo per il rugby italiano. E, da tecnico preparato quale è, presumo che il signor Brunello scelga quali realtà allenare secondo i propri interessi e le proprie ambizioni.
Per quanto mi riguarda, ho sempre fatto presente che ritengo cruciale nella formazione di un tecnico affiancare l’esperienza del Club a quella federale, non necessariamente in quest’ordine. Non ho cambiato idea, perché se da un lato nei compiti istituzionali di FIR vi è la formazione di dirigenti, arbitri, giocatori e tecnici dall’altro ritengo il lavoro quotidiano del tecnico di Società parimenti formativo a quello svolto dalla struttura federale. 
Sono a tal punto convinto della mia posizione che tre anni fa, come puoi facilmente verificare tu stesso, avevo dato al sig. Brunello, all’epoca sotto contratto ancora per un anno con la FIR, il benestare a trasferirsi presso la Rugby Rovigo, ritenendo il passaggio ad un Club di primo piano sul palcoscenico nazionale un valore aggiunto per la sua maturazione di tecnico. 
Sai come non sia mia prassi imporre alcunché a chicchessia: ma, se hai dubbi o recriminazioni di qualunque tipo, puoi rivolgerti direttamente alla Società Rugby Calvisano o al sig. Massimo Brunello per i chiarimenti del caso. Consentimi, poi, di evidenziarti come abbia trovato curiosa per Il Gazzettino – il giornale che, senza ombra di dubbio, dedica il maggior spazio al nostro sport tra le testate nazionali anche lontano dalle finestre World Rugby – la mancanza di un’analisi approfondita sui positivi risultati raccolti nel fine settimana dalle nostre U18 ed U17, selezioni che sono il frutto, acerbo ma benaugurante, del percorso formativo intrapreso nel recente passato dalla Federazione.
Ma forse quanto di positivo viene raccolto dal movimento – perché è tutto il movimento a giovare della crescita dei nostri giovani - è, per i tuoi lettori, meno interessante di Gavazzi e del Calvisano. Per quanto, come tu stesso ami così tanto rilevare, il mio ruolo di Presidente mi imponga un ruolo al di sopra delle parti, concludo augurandomi sinceramente che non sia il club bresciano a conquistare, in questo anno di speculazioni disparate e fantasiose, il titolo di Campione d’Italia 2016. Forse, questo porrà finalmente termine a molte fastidiose illazioni, a comunicazioni tendenziose e di parte. 
Alfredo Gavazzi Presidente Fir Ultimo aggiornamento: 20:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA