MODI E MODA di
Luciana Boccardi
VENEZIA e la sua luce per i rubelli di Peter Marino
Sabato 26 Ottobre 2019 di Luciana BoccardiA Venezia, nella show room Rubelli è stata presentata la capsule collection disegnata da Peter Marino per la griffe veneziana che da due secoli racconta il “the best” dei tessuti e dell’arredo per la casa. Ospite d’onore, dunque, l’architetto americano , conteso e accarezzato dalla fama più consolidata , Peter Marino , intervenuto per la presentazione della nuova collezione di tessuti commissionata da Rubelli al famoso architetto, autore di situazioni innovative estreme, di edifici megagalattici realizzati nel mondo per le firme famose, ma anche suggestioni decorative, opere d’arte, momenti estetici di assoluta rarità. Chanel, Dior, Fendi, Ermenegildo Zegna, Armani, per citare solo alcuni nomi noti, hanno affidato a questo scanzonato , geniale architetto newyorkese - cittadino del mondo - la costruzione dei loro punti vendita più prestigiosi nelle grandi capitali. Nicolò Favaretto Rubelli, responsabile dei destini della Maison veneziana, dopo l’incontro newyorkese con il famoso designer, ha voluto affidare la nuova collezione 2020 a questo personaggio a lettere maiuscole che - come diciamo a Venezia - “dove si muove comunque fa onda”. E a Venezia , Peter Marino è particolarmente vicino in quanto presidente di “Venetian Heritage”.
Settant’anni portati bene, una sicurezza che di solito è così’ evidente in persone che quella sicurezza hanno cercato tenacemente per colmare vuoti che una personalità artistica della portata di Marino sa registrare e colmare di possibilità, di successi, di realizzazioni artistiche sempre azzeccate. Una curiosità tenuta volutamente accesa da questo “protagonista” al cubo che cerca di colpire, stupire, con le sue opere grandiose , con i suoi giardini segreti e misteriosissimi (ai quali ha dedicato anche un libro) ma anche con mascheramenti e mimesi da sballo, come il trucco da “portiere di notte” temibile e pericoloso, in costume sadomaso e aria trucida da crimini seriali, con i quali l’ imprevedibile architetto ha scelto di farsi fotografare. Ma in persona vicina , invece, fuori dall’ufficialità , Peter Marino è personaggio gradevolissimo, cordiale, pronto a rispondere alle domande dei curiosi, a raccontarsi come amante di Venezia che considera non una città ma un pianeta che appartiene al mondo.
Quanto a Rubelli dobbiamo ricordare che la griffe di casa nostra non è nuova a esperienze di grande efficacia culturale e artistica : basterebbero le collezioni affidate di volta in volta fin dall’inizio del Novecento, a grandi firme , da Gio Ponti , i cui velluti vennero esposti alla Biennale di Venezia del 1934, ad Alfredo Carnelutti, il cui velluto Modern Art venne scelto anche dalla Maison Dior per il corpetto di uno degli abiti realizzati per il Tiepolo Ball celebrato a Venezia - con la collaborazione della Maison Dior - da “Venetian Heritage” in occasione dell’apertura dell’ultima Biennale. Ma gli artisti che hanno lasciato segno in Rubelli sono tanti da riempire pagine.
Oggi i damaschi, i velluti di Peter Marino raccontano il rapporto che questo architetto del mondo ha con la nostra città: c’è un gioco d’acqua stemperato nei jacquard di seta lucente, nei velluti , un blu che parla il linguaggio del mare, un azzurro spalmato che racconta giochi d’acqua di laguna. C’è la luce di Venezia impagabile e unica a illuminare il verde dei canali che il sole sa rendere un colore irripetibile , unico. Peter Marino ha catturato questi toni, immortalando momenti magici sui tessuti Rubelli della nuova collezione. Soprattutto ha voluto che su tutto si sovrapponesse la linea curva delle onde, che disegna alte o minute, nell’atto di frangersi o , o quiete, distese dopo la risacca. Il mare di Peter Marino raccontato per Rubelli è destinato a vestire nel 2020 case, barche, uffici, spazi pubblici o dimore segrete , ma anche - certamente - la moda, suggerendo a qualche stilista nuove proposte -design destinate a fare del mare di Venezia un protagonista eccellente per la prossima stagione.
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