Mi è arrivato per caso con gli auguri di Natale: un libro di forma quadrata, non grandissimo ma neanche tanto piccolo, con una vera da pozzo in copertina posata su un centro-tavola di carta in origami , bianco, sospeso su un blu laguna infinito interrotto da un pettegolo falcetto di luna. E’ l’inizio di una serie di momenti di poesia altissima, raccontata con il supporto ingenuo dei centrini traforati, di motivi appena accennati con colori timidi ma impositivi . Disegni quasi infantili densi di messaggi che vanno da anima ad anima. Pensieri, citazioni, frammenti consegnati a parole impiegate come codici per una lettura che non sia banale. Sfogliare questo libro che ha come autore Luigina Zambon è stato uno dei bei momenti di queste giornate uggiose, uno squarcio di arte purissima , disincantata ma incantatrice. E questa pittrice-poetessa che non conosco indugia su battute che consentono di pensare, di soffermarsi su un disegno apparentemente tracciato da un bambino . “L’arte che l’immaginazione dell’artista permette all’autore di tradurre su tela suggestioni emotive, inquietudini, conflitti, il mondo onirico..": chiamiamolo un libro di poesia disegnata questo grande quaderno che ci consegna momenti inediti tutti dedicati a un omaggio all’arte come veicolo verso una bellezza che resta sospesa come una divinità difficile da raggiungere ma pronta a tenderci una mano. “L’arte come pensiero errante” : ed ecco una serie di ombrellini leggiadri che volano come aquiloni ot6re le nuvole. “L’arte è l’esaltazione di un sorriso”: e al posto degli ombrellini Luigina Zambon fa volare verso le stelle oggetti che hanno decorato il collo o i capelli di una donna in cerca d’aria. “L’arte è una luna sorridente e silenziosa, una visione labile e transitoria, un racconto senza tempo: e il messaggio pittorico ci consegna un frammento di quercia che evoca immagini di serenità sull’erba. E a farsi aiutare in un gioco che si trastulla tra origami e frammenti di carta delicati la Zambon chiede soccorso a poeti che all’arte hanno dedicato messaggi intensi: “L’arte è un misero che ha ali di farfalla” dice Alda Merini, o la massima wildiana per cui “senza arte si può esistere ma non si può vivere”. Un inno all’arte come esaltazione del pensiero, come incantesimo, come rifugio dei sentimenti. C’è quasi sempre un quarto di luna a illuminare senza ipocrisie i disegni che raccontano sogni, pensieri , illusioni : è una canzone dell’arte questa della delicata poetessa- pittrice veneziana che sfiora confini romantici volutamente e puntigliosamente sottolineati dai piccoli trafori su carta bianca, semplice, predisposti per offrire la base a una torta fatta in casa o per portarti nell’infinito come “magica follia”. “Si usa uno specchio di vetro per guardarsi il e le opere d’arte per guardare la propria anima”: e l’affermazione di Bernard Shaw è raccontata nel libro da un volto malinconico di donna mentre unna improbabile barca fatta di origami insegue una magica solitudine che l’arte sa regalare. Ricordi, illusioni, un archivio dei sogni raccolto in pagine che parlano di gentilezza, di sorriso, di apertura alla bellezza che la vita può regalare a chi sappia guardarla attraverso i fori invisibili dei piccoli centrini di carta tagliuzzati da Luigina Zambon. “Favola come discorso poetico” è il titolo di questa opera di Luigina Zambon che in realtà è una mano tesa verso un pensiero libero, alto, senza confini, oltre le nuvole. Forse non vorrei conoscere di persona questo autore, questa signora veneziana, poeta e artista raffinato , perché preferisco saperla così, immaginarla su un centrino origami di carta povera e un falcetto di luna a fare luce su qualche pennellata di colore sbiadito dal ricordo. Ma la ringrazio per averci regalato un momento sereno.
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