MODI E MODA di
Luciana Boccardi
settembre: tempo di tornare - La fine delle
vacanze segna il ritorno al nostro quotidiano
Venerdì 30 Agosto 2019
di Luciana Boccardi
Per molti, quasi per tutti, l’inizio di settembre coincide con il fine-vacanze. Caricati trolley e tutto ciò che ci è stato amico nei giorni spensierati trascorsi al mare o in montagna, il rientro a casa ci riempie da una parte di nostalgia e dall’altra dal piacere della ripresa, del ritorno alla norma , perché le vacanze sono belle anche perché finiscono, per poi ricominciare nei progetti per la prossima estate.
Si disfano le valige, si mettono da parte bigliettini o foto che ricordino una serrata speciale, una gita particolarmente piacevole, senza troppi rimpianti perché sappiamo di avere un aspetto più rilassato, positivo. Ci si guarda compiaciuti del colore ambrato della nostra pelle. Passata quella moda infernale che fino a qualche stagione fa pretendeva abbronzature feroci da ottenere con sedute sacrificali sotto il sole bruciante: oggi le creme protettive, la consapevolezza di certe attenzioni nei confronti dell’esposizione al sole non più selvaggia, sono garanzia di una pelle liscia, riposata, tonificata da bagni di mare o da passeggiate corroboranti in montagna. Resta sempre accesa quella considerazione manniana che vuole amanti del mare gli spiriti più inquieti mentre la preferenza per la montagna sarebbe riservata a persone dall’animo tranquillo che scelgono la serenità come compagna di vita.
Credo siano oggi altre le componenti , soprattutto di moda, che fanno assegnare la preferenza al soggiorno marino rispetto a quello montano. La spiaggia ci consente , lunghe , interminabili ore da passare su lettini di fortuna , sdraiati su teli che lasciano sentire la carezza della sabbia, immersi nell’odor di mare, accarezzati dal fresco che la brezza marina consente anche nelle giornate più roventi, ma soprattutto dalla libertà che la confidenza con il nudo che il mare incoraggia consente contribuendo a liberare anche la mente da pensieri men che leggeri. Il mare è nudo, è rinuncia al dovere di coprirsi, è licenza di esibire quello che mai e poi mai in un salotto ci sogneremmo di esporre ( anche se questa oggi è affermazione imprudente perchè siamo nel tempo della licenza, della esenzione dai doveri sociali che fino a ieri ci obbligavano anche a una tenuta di abbigliamento consona alle norme della società in cui viviamo) . Basta un percorso in tram, in autobus, nei vaporetti che a Venezia offrono uno spaccato di in-civiltà spacciato per “libertà” , per accorgersi che la nudità la fa da padrona di corpi che sotto copertura sarebbero almeno accettabili. Certo, è un atteggiamento sincero - si sostiene - quello che non teme di evidenziare anche la bruttezza, ma forse, farla considerare un valore….è eccessivo. E posso anche essere d’accordo purchè si dia tempo al panorama moda che ci si presenta di allinearsi con questa convenzione: accettare il brutto come nuova bellezza, o come condizione che non ha bisogno di “migliorarsi” ma semmai di peggiorarsi. Uomini scamiciati con bicipiti in bellavista e gambe nude fino alla mutanda, dita dei piedi al vento, donne con spalline di reggiseni in esposizione (grazie a una moda proposta anni fa con successo da una conduttrice televisiva che non ha mai brillato per eleganza, Simona Ventura ) , cosciotti abbondanti in vista fino all’inizio dei glutei, grandi, debordanti: in un tempo che sta arrivandoci addosso spietato , se non la nuova bellezza saranno la norma.
Il gioco tra nudo e coperto che caratterizza la moda per il mare ha intrigato da sempre stliisti e creatori di nuovi look che per un costume da bagno possono contare solo su tessuti, colori, tagli, nodi, scollature. La scelta di una vacanza marina comunque è suggerita anche da quel rapporto con l’acqua, con l’elemento liquido che in misura più o meno avvertiibile c’è in noi, sia in chi sia nato bordo acqua o viva i suoi giorni in luoghi di mare in una comunanza con l’elemento liquido che difficilmente riusciamo a connotare, ma che c’è e assegna particolarità ai caratteri, ai modi, quasi esistesse un linguaggio comune a tutti coloro che hanno conosciuto il rumore del mare , della risacca, il frangersi delle onde contro le rive. Tesi intrigante, sostenuta da tanti stilisti come suggestione che ispira una collezione difficiile, come lo è sempre la moda per il mare.
E la montagna? Quali suggestioni possono animare un creativo della moda che proponga il look da sfoggiare in qualche stazione montana dove coprirsi suggerisce anche possibilità di eleganza e di fantasia diverse? Influssi positivi regalati dall’infinito verde, il respiro a pieni polmoni sotto pini e abeti ricchi di ossigeno, sono portatori di benessere accomunati dal linguaggio che parla di boschi, di roccia, di neve.
Settembre: chiudiamo nell’armadio di città il copricostume di Ferragamo, il pareo di Versace, la mise da party in piscina di Ferretti, il completo da mare di Gucci, l’abito di Miglionico che interpreta con toni botticelliani l’universo in fiore, il completo da fine estate di Eleventy . La fine delle vacanze ci riporta alla vita di tutti i giorni , più sereni, più vivaci, a pensarci bene quasi contenti che la vacanza sia finita.
La spiaggia quasi deserta ,la montagna tuffata nel silenzio dei suoì boschi in attesa della prima neve , sono la “cartollina” che portiamo con noi per riprendere l‘agenda di lavoro, i contatti inesorabili, i problemi…la vita vera.
Ultimo aggiornamento: 17:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA