MODI E MODA di
Luciana Boccardi
Parigi: Chanel chiude la fashion week :
"vieni.. c'è una moda nel bosco..."
Venerdì 9 Marzo 2018
di Luciana Boccardi
“Non voglio sentir parlare di rivoluzioni: sono fuori tempo. Le donne oggi possono essere quello che sono senza entrare in conflitto con nessuno”. Quasi un manifesto quello di Giambattista Valli che punta sull’analisi della globalizzazione che “non esiste: è un alibi”. Parole e momenti creativi si leggono in questa collezione piena di spunti metropolitani ma anche di cenni che parlano il linguaggio del mondo: con un po’ di Africa, qualche spunto orientale, il mood americano, la grazia e l’eleganza mitteleuropea, l’abilità stilistica inconfutabile, Valli si è conquistato il pubblico che da lui si aspetta sempre una sintesi di ciò che la moda suggerisce o “deve suggerire”.
Parigi ha chiuso con la fashion week per il pret-à-porter A/I 2018-19, con la presentazione riservata a Chanel, la griffe che con la firma dell’immarcescibile, l’ultraottantenne evergreen , Karl Lagerfeld, riesce sempre a suggerire possibilità diverse. Per l’autunno-inverno 2018-19 , Lagerfeld , all’interno del Grand Palais - sede storica delle presentazioni Chanel - ha realizzato un bosco d’autunno con tanto di alberi, terriccio, foglie cadute, rami, sterpaglia, forse…funghi, certamente qualche bestiolina boschiva che tracimando i confini della “chiamiamola “ passerella raggiungeva i piedi di qualche signora del pubblico o della stampa, confermando l’assoluto naturale al quale lo stilista ambiva con questa scenografia realistica e piena di significato.
Cosa ha voluto dire con questa “Chanel” per il prossimo inverno immersa nella foresta ? Al bosco Chanel, alle mises elegantissime quasi vintage nel tweed Maison riproposte con un tocco stilistico ineguagliabile che le rende più che attuali , Lagerfeld affida il suo messaggio per un ritorno all’assoluto naturale, a “riscoprire la vita reale, ad impiegare la forza femminile per allontanare ciò che ci allontana da propositi di serenità”.
Diversa rispetto al contesto che, prima a Milano e ora a Parigi sembra premiare l’aspetto ruvido del nostro tempo, è apparsa la pioggia di fiori di Valentino. Cascate di rose, iris, piccole mammole e grandi calle, alteri tulipani e timidi non-ti-scordar-di-me ricamati ,applicati, stampati, hanno popolato la “grande illusione” di Pierpaolo Piccioli proposta come elogio alla leggerezza tradotta in volute di bellezza da toccare.
E l’altra? La donna di ogni giorno che conosciamo superimpegnata, forte (anche contro una probabile propria fragilità) , dura, pronta a tutto? Miuccia Prada ha offerto come sempre il quadro senza edulcorazioni di questo tipo di donna della società di oggi, il trend che un certo modo di vivere la contemporaneità esige. La donna Prada vista a Milano e quella Miu Miu proposta a Parigi hanno raccontato una favola contemporanea, un mantra che accompagna il nostro quotidiano raccontato dalla stilista con una lettura “ politica” del gusto e delle mode come la riproposta del vecchio nylon rigido, “ostile”, impiegato con grande sicurezza stilistica per capi da terzo millennio ai quali il colore - alternato a un nero block - concede spazi modaioli per una donna “protetta”. Così come è apparsa sempre “protetta” in forme meno esasperate la donna di Giorgio Armani: un po’ maschile e un po’ no, sicura dentro giacche, tailleurs, cappotti, realizzati nella religione dell’ eleganza .
Altra la scelta Dior, di Maria Grazia Chiuri , la stilista impegnata ancora una volta a sondare l’animo dei movimenti sociali e ora della rivolta femminile con una ricerca sulle divagazioni che caratterizzarono la moda nel tempo della protesta femminile negli anni Settanta, sotto il profilo estetico “ zoccoletti e riccioletti “, trasferita da Dior nel guardaroba 2018-19 con le gonne midi, stivaletti, giochi di sovrapposizione, altissima qualità stilistica, forza e tanta voglia femminile di dolcezza.
Resta solo l’imbarazzo della scelta che non può prescindere dal Vuitton-pensiero di “moda alla francese” ( tanto gradita a M.me Brigitte Macron che sembra preferirla in assoluto per le sue mises di rappresentanza).
Nella vetrina di possibilità restano il fuori- pista Gucci con le sue elaborazioni new-futuriste-over-gender e l’elogio della follia di John Galliano che per la Maison Margiela ha ritrovato la sua verve iniziale.
Ultimo aggiornamento: 09:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA