MODI E MODA di
Luciana Boccardi
Museo del Tessuto di Prato -
"I COSTUMI DI PINOCCHIO"
Sabato 7 Dicembre 2019
di Luciana Boccardi
Si dice che sia il terzo libro più letto al mondo, dopo la Bibbia e il Vangelo, Pinocchio, il burattino di legno che diventa un bambino vero è la metafora della nostra vita, e a questo si ritiene possa riferirsi l’ intramontabilità di un fascino , fatto di attrazione ma anche di rifiuto , per l’avventura che racconta di un burattino di legno che vuole diventare un bambino vero; di un padre, Geppetto, che vuole assolutamente un figlio che gli somigli e diventi come lui; di una Fata Turchina che assume a tutti gli effetti le sembianze di una madre che Pinocchio non ha di fatto perché è figlio di un padre soltanto e nella ricerca di una mamma in realtà va alla ricerca di un’anima, di quella parte sentimentale della vita che al burattino, sempre in cerca di avventura, di scherzi, di vita facile, manca, anzi, rifiuta tanto da uccidere il grillo parlante che lo esorta a crescere, a riflettere, a rinunciare al gioco facile di un tempo che non registra. Dovrà precipitare in mare ed entrare inconsapevolmente nel ventre della balena (che si immagina come un grembo materno che gli era mancato) per ritrovare casualmente e riflettere Geppetto e riflettere sulla sua realtà di burattino di legno che deve , vuole diventare un bambino vero, un uomo vero. Si salverà e salverà Geppetto portandolo in spalla a nuoto fino alla riva come un padre vero, amato. Guardando l’ombra di Pinocchio, l’involucro di legno che giace su una sedia abbandonato dopo che il burattino ha acquistato sembianze “umane”, il racconto scritto per ragazzi ( ma letto da quasi tuti gli adulti del mondo) rivela la metafora della vita che presenta inganni, truffe, cattivi incontri , soprattutto bugie. E’ la storia del bugiardo che è in ognuno di noi e che a Pinocchio suggerisce presa di coscienza con la crescita a dismisura del naso.
Riconoscersi bugiardi può aiutare a crescere. Ma perché stiamo parlando di Pinocchio? perché tra pochi giorni uscirà nelle sale il film di Matteo Garrone che si presenta con un cast eccezionale: Roberto Benigni (già interprete di un suo Pinocchio realizzato per il cinema nel 2002, sarà questa volta Geppetto, mentre Gigi Proietti interpreterà Mangiafuoco, Rocco Papaleo e Massimo Ceccherini saranno il Gatto e la Volpe. Grande importanza è data dal regista ai costumi e sui costumi realizzati da Massimo Cantini Parrini ( già assistente di Gabriella Pescucci “Oscar” per i costumi, e noto nel mondo della moda per attività stilistiche) potremo seguire il racconto di Pinocchio con la mostra che il Museo del Costume di Prato realizzerà per Natale. Trenta i personaggi e trenta i costumi (realizzati in collaborazione con la Sartoria Tirelli) che proporranno l’insieme di una ricerca che affronta l’aspetto modaiolo con impegno che sfiora la psicanalisi. Il problema di imparare a vestirsi per Pinocchio viene affrontato - afferma il costumista - con una serie di dettagli che rendono il costume da indossare complicato, come lo appare al burattino. Gli abiti che Geppetto sogna di vedere indossati da questo “figlio” regalato dal caso, sono il compendio di una normalità sognata da sempre per Pinocchio che indosserà abiti apprezzati da Geppetto solo quando l’ombra di legno - divenuta involucro inutile - si staccherà dal burattino per consegnarci finalmente un uomo.
La mostra di “Costumi di Pinocchio di Cantini Parrini “ sarà aperta al pubblico dal 21 dicembre prossimo al 22 marzo 2020 nel Museo del Tessuto di Prato .
Ultimo aggiornamento: 10:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA