Luciana Boccardi
MODI E MODA di
Luciana Boccardi

Un po' lui e un po' lei, ma anche un ritorno al classico

Venerdì 17 Gennaio 2020 di Luciana Boccardi
 
L’incertezza che domina il pianeta moda in generale si riflette soprattutto sulla moda maschile, quella che una volta non lasciava spazi a troppi dubbi o mutamenti. Parlo del dilagare vincente di una moda che vuole, pretende di diventare interprete del nostro tempo fatto di dubbi di genere .
Moda di genere  o “moda degenere”  come alcuni la definiscono, è quella che cavalca l’incerto più incerto, uomo (?) o donna (?), nel guardaroba di oggi si affacciano sotto certi profili vincenti collezioni dichiaratamente  ibride, dove elementi  tipicamente femminili si fondono con certezze sartoriali  maschili. Se all’inizio del secolo questo è avvenuto in un certo senso con manifestazioni analoghe per la donna che assumeva indumenti maschili  (primi fra tutti  i  pantaloni) per dichiarare una parità visibile, oggi è nella moda maschile che  questo elemento diventa  l’espressione più tangibile di un nuovo modo destinato ad assumere contorni di “normalità”.  
Ho qualche riserva sulla dichiarazione di Alessandro Michele che alla fine della sua parata di esternazioni filosofiche in forma di abiti -  quale si può considerare la sfilata firmata Gucci per la moda maschile del prossimo autunno inverno -  ha rivolto agli uomini del 2020-21  un invito a ripensare all’infanzia. Sorretto da un pendolo (di Foucault?) posto al centro della passerella, l’esortazione  del direttore artistico di Gucci  a commento di un look che ci ha dato immagini fresche di una moda maschile piena di rimandi al tempo della spensieratezza ,è un invito a tornare con il pensiero al tempo in cui,  bambini, “ non ancora condizionati da modi e mode, potevamo abbandonarci  all’esternazione di gesti e scelte prive di genere imposto”. Quando - afferma lo stilista  più trasgressivo del nostro tempo - essere uomo o donna non condiziona in modo così totale “.
E l’invito viene sottolineato dalla collezione che presenta abiti dal sapore sapientemente ingenuo, colori freschi, il verde, il rosa. Quel mood incerto che già da varie stagioni rappresenta l’ Alessandro Michele-pensiero anzi, diciamo la cifra di lettura imprescindibile per le proposte di un guardaroba Gucci. Io non  sono sicura che l’età infantile sia priva di connotazioni respirate nell’aria.
In generale , dobbiamo prendere atto che la moda presentata nella settimana dedicata da Milano alle passerelle maschili, sembra invece sottolineare  un ritorno alla pur difficile normalità. E’ un vecchio mantra: cosa è normale e cosa no? Diciamo che si può considerare in un certo senso “normale” quello che si porta con maggiore scioltezza, certi di non esibire moda- spettacolo o trasgressive affermazioni di genere ( a volte quasi ...vintage!)  .  
Prada ha dato una chiave di lettura pass-par-tout interpretando  un uomo del nostro tempo, un anti-eroe l’ha definito Miuccia Prada che come sempre punta diretta verso ciò che il pubblico chiede, anche un ritorno alla cravatta se è gradita. “Dobbiamo trasmettere qualcosa ai più giovani - precisa la stilista che non sbaglia quasi mai look- far conoscere che  esistono grandi valori al di là di quelli legati alla bellezza, alla moda.  E (non a caso) la sfilata Prada si è snodata su una colonna sonora tutta wagneriana.
 Nell’aria c’è stanchezza per troppe elucubrazioni,  troppe involuzioni,  troppa  filosofia d’accatto intorno a un completo a caduta libera, sciolto, o un cappotto che torna bellissimo e “virile” come ce l’ha proposto Armani. Collezione tutta da indossare quella che il grande maestro della nostra moda (che la vulgata  ama chiamare re Giorgio) ha dedicato certamente alla sostenibilità con l’impiego di materiali che piacerebbero a Greta, ma soprattutto alla necessità di sentirsi omini senza definizioni di moda o di comodo.
Accoglienza alla grande per Tod’s  a Villa Necchi alla presenza del patron, Diego Della Valle che ammette di aver voluto un  look pensato per un uomo in viaggio. “Io sono sempre in viaggio e mi vestirei così” - ha dichiarato, precisando che comunque noi, tutti noi, siamo sempre in viaggio, breve o lungo, vicino o lontano: un viaggio con capi praticissimi, camicie classiche, pulls di morbidissimo cachemire  , blouson di pelle elaborata e morbidissima. Con Marni , Renzo Rosso tocca il cielo con un dito: “questa è la moda che mi aspettavo”  sembrava  esclamare battendo le mani alla sfilata piacevole e tutta da raccontare.
Qualcosa di femminile  in tutte le proposte di moda maschile c’è e insiste esprimendosi  in  qualcosa di scivolato, giochi di velluti  lucenti, concessioni cromatiche che toccano vertici di libertà con il rilancio del burgundy, il rosso non rosso, o del rosa tenue che dimostra di essere un colore che regge bene anche il genere ibrido del nostro tempo. 
  Ultimo aggiornamento: 22-01-2020 16:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA