Luciana Boccardi
MODI E MODA di
Luciana Boccardi

Manca la voglia di aver voglia, applausi, sussurri e grida

Domenica 30 Agosto 2020 di Luciana Boccardi
 
  Che il mondo della moda abbia agito in modo superbo nell’affrontare la pandemia e la crisi che la accompagna, è indiscusso. Aiuti, donazioni,  da Armani a Prada, impossibile  citarli tutti, Cucinelli che ha regalato 30 milioni di vestiti a chi ne aveva bisogno,  Chanel, LVMH,  Missoni, Ferragamo, Scervino, Belvest, Gucci, Eleventy, Biagiotti:   stiamo citando solo alcuni dei tantissimi che generosamente hanno contribuito a sollevare con aiuti concreti   l’atmosfera cupa che respiriamo ormai da  tanti mesi.  Molti ad esempio i cambi repentini di produzione per fornire camici, mascherine e quant’altro,  per non dire della fantasia messa a disposizione del nuovo mondo che si sta prospettando  esigente ma soprattutto dominato dall’incertezza.    Alle presentazioni di collezioni nuove offerte in screaming  hanno fatto da contorno spettacolare gli show che alcune griffes hanno voluto proporre come se niente fosse cambiato: potremmo dire di Chanel, o di Dior che ha scelto la Puglia per offrirci la sua volontà di proseguire come e più di prima.  Valentino e la sua donna che passa dal delirio del bianco assoluto al rosso fuoco caro alla Maison. Qualche rumors c’è stato , per esempio nel caso della sfilata -show (per pochi intimi) che Maria Grazia Chiuri per Dior ha voluto a Lecce. In quella occasione, da qualche parte si sono sollevati sussurri e grida contro  la sovrapposizione di luminarie e di decorazioni appositamente realizzate come  interpretazione del “barocco” leccese ritenute da appassionati d’arte e di cultura un affronto allo splendore barocco “vero”  dei monumenti a Lecce.  Diverso il tono riservato invece in questi ultimi giorni   a Dolce & Gabbana, attaccati da una contestazione pesante  in Sicilia, e non solo.  Il fatto:  il duo di stilisti , Domenico Dolce siculo doc e Stefano Gabbana del Nord Italia , divenuto  un fan delle tradizioni ineguagliabili che fanno della Sicilia un pozzo senza fondo per ispirazione, suggerimenti, spunti che la Maison ha portato all’onor di ribalta in tante sfilate. La sicilianità di Dolce è diventata la sicilianità di entrambi ed entrambi si sono votati a queste rivisitazioni che poi si sono tradotte in motivi e fantasie di grande interesse  stilistico. Quest’anno, per rompere l’atmosfera preoccupante che domina comunque su tutto, anche sulla moda, i due stilisti hanno deciso di presentare in Sicilia uno show non solo per proporre la nuova collezione ma per esaltare forme e tradizione, usanze e cultura siciliana  in un evento spettacolare proposto anche con un film di  Giuseppe Tornatore , itinerante in Sicilia  ...e nel mondo. Dedicato ai due stilisti ripresi all’opera e con un titolo (” Devotion”)  che racconta il cotè siculo di una devozione intrisa di folclor. “Devotion” è  divenuto oggi  anche un  nuovo  logo commerciale per la Maison  milanese.  E insieme, proposto in varie città siciliane, uno show  che è stato  una sorta di processione  con esposizione di oggetti di devozione, frammenti di stoffe particolari., colori, scene di pupi  dipinte sui famosi carretti, balli in costume. Un evento memorabile che ha  acceso  l’interesse del mondo  sulla firma dei due accorti maestri di moda, La contestazione non è stata certo per il film bellissimo e per lo show altrettanto importante , costati 600 mila  euro,  ma per il fatto che questa performance firmata Dolce & Gabbana , che si conclude con l’acquisizione  come  marchio del titolo del film  “ Devotion “  da parte dell’azienda, non è stata pagata da Dolce  & Gabbana ma dalla Regione Sicilia,   che ha elargito  la somma  per premiare - ha detto il presidente Musumeci - l’amore dei due stilisti per l’isola e il contributo  fattivo  dato  al turismo e alla  diffusione delle bellezze siciliane nel mondo.  con le loro invenzioni di moda. Qualcuno ha ritenuto di non  approvare la generosità della Regione Sicilia.
Al di là di sussurri e grida, la moda non si ferma, anzi, con l’annuncio delle prossime sfilate che si terranno - promette il calendario - a Miano e a Parigi, dimostra  il vigore e la forza necessari per far partire quel treno fermo da troppi mesi .  E’ una guerra contro un nemico infido e invisibile. Che non è solo il virus, ma la mancanza di voglia di avere voglia. Ultimo aggiornamento: 31-08-2020 23:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA