Luciana Boccardi
MODI E MODA di
Luciana Boccardi

Ma è vero che in un ipotetico dopo-
Dior la Chiuri entrerà in politica?

Martedì 14 Luglio 2020 di Luciana Bioccardi
 Se c’è una dimensione della  nostra vita che ha sempre saputo adeguarsi  ai  “modi” , alle atmosfere, a i  vari  mutamenti  sociali, talvolta persino prevenendoli , è la moda.  Oggi l’ennesima dimostrazione della sua capacità di adattamento con la traduzione  in digitale dell’intero apparato espositivo  , l’eliminazione  delle  sfilate-show, degli eventi   megagalattici ai quali far intervenire la social-crème mondiale. Basta sale gremite di folla disposta a tutto pur di entrare, basta con le modelle capricciose che ormai  si sentivano dive, basta  pettegolezzi  raccolti da una stampa affamata di gossip più che di opere in tessuto da indossare :  tutti a casa  da dove gli interessati , i buyers, molta stampa di tutto il mondo, potranno godere la simil-sfilata in web,  con le indossatrici trasformate in dive del “muto”. 
  “Modelle”  improvvisate attrici, anche  nella fiaba cortometraggio di  Matteo Garrone al quale Maria Grazia Chiuri   ha affidato il compito di creare una storia  che parli di Dior con il linguaggio onirico stupendamente   raccontato dal regista  della  fiaba.  E l’autore   della magia che ci aveva  già  proposto con  “Pinocchio” ha davvero  realizzato una bellissima sequenza di immagini  sognanti  che ci conducono in una selva inventata, dove individui e individue si muovono come  se si trovassero in qualche pagina di Omero, ninfe  abbigliate di veli  che si rivelano abiti da sera, da giorno, nuove proposte che tengono conto di  un guardaroba da reinventare . E la Chiuri , prima donna stilista della più prestigiosa Maison di Francia, sta dimostrando un’arguzia e un’adesione al  clima sociale del nostro tempo  tra le più autorevoli.  Nella favola girata nel bosco del quasi- dopo-coronavirus,  laghetti romantici si alternano a passaggi scabrosi, con intrecci minacciosi di  liane  e sterpaglia per poi tornare ad aprirsi in spazi  verdi dove le ninfe possono zampillare sull’acqua senza timore  di rovinare i capi firmati Dior  Alta Moda Autunno-Inverno 2020.21, dai molti zeri ambiti.
In questo bosco si muovono due addetti al trasporto di un  curioso baule a forma del  complesso che Dior occupa in Avenue Montaigne , a Parigi.   All’interno , gli abiti della collezione riprodotti in miniatura , formato bambola, perché sono bambole-indossatrici quelle che li indossano, uguali  alle famose poupèes  che nell’Ottocento, il secolo in cui la moda con capitale a Parigi divenne regina del bel vestire nel mondo, venivano inviate in ogni angolo del Continente  e oltre  per reclamizzare le invenzioni dei sarti francesi.  In quel tempo, a Venezia,  in piazza San Marco, esisteva -    e vi resse per quasi un secolo, fino alla seconda metà del Novecento  - un negozio  di moda  lussuosa  dal nome  “La piavola de Franza” (bambola di Francia) , dove i modelli indossati   dalle antenate delle moderne indossatrici  stuzzicavano la vanità  di signore,  principesse,  regine.
In  questi  giorni di entusiasmo  e con qualche vuoto storico  -  al quale la moda ci ha abituato con l’agilità dettata dalla sicumera che giustamente gli artisti si concedono (e gli stilisti sono  artisti a tutto tondo) -   qualche corrispondenza  (anche d’alto lignaggio)  ci ha fatto leggere a proposito dell’invenzione delle bambole-indossatrici   -  sia pure riportandolo come intervista - una data di nascita che le colloca nel dopoguerra del  Novecento  ( quando  di  fatto  la moda cercava di ritrovare una via per presentarsi  in forme accattivanti ricorrendo a una tradizione quasi dimenticata :  le famose poupèes  di  Francia, le bambole -  indossatrici che  nel  diciannovesimo  secolo  e oltre   imperversarono  in Europa  e nel mondo come  ambasciatori della moda francese.
Dior - con l’apporto di Chiuri  e la complicità di Garrone -  vince questa sfida all’ O-K Corral che si  prospettava  con tanti punti di domanda. Anzi, l’intuizione della Chiuri (che il 22  prossimo avrà la sua consacrazione a Lecce con la sfilata Dior-cruise) , lascia presagire che la stilista, in un suo  eventuale, per ora non prevedibile, dopo-Dior , troverà audience come politico:  l’invito del presidente Emiliano di Puglia di  sedersi al tavolo delle proposte per  quella regione ha creato  in questo senso  un presupposto intelligente.  
Ma la settimana dell’alta moda a Parigi ha riservato  tante importanti sorprese alle quali ci dedicheremo prossimamente. La più intrigante?  Chanel. Ultimo aggiornamento: 13:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA