Luciana Boccardi
MODI E MODA di
Luciana Boccardi

GUCCI, IL SILENZIO E...
BEETHOVEN

Lunedì 25 Maggio 2020 di Luciana Boccardi
La moda tace, ma in compenso parlano ininterrottamente stilisti, giornalisti, imprenditori:  alcuni si sono scoperti poeti, altri predicatori, ci sono giornaliste  che intraprendono - anche dopo gli anta compiuti - una carriera spettacolare con esibizioni in balletti e monologhi ,  modelle che “sfilano” in casa davanti allo specchio lasciandosi   riprendere  in web come se fossero in passerella, ci sono pi-erre che parafrasando Amleto si chiedono se “essere o non essere...”.
Ammettiamo che non è facile tenere vivo l’interesse generale in un momento di totale assenza di prodotto del quale parlare concretamente. Ma anche i propositi  diventano a un certo punto merce da valutare con attenzione perché, prima o poi,  il coronavirus  - speriamo-  se ne andrà, lasciando spazio alla realtà che non scherza mai. Dopo le dichiarazioni di Saint Laurent o  il  nuovo credibilissimo  “vangelo della moda” ,  accolto con favore dall’universo tutto dell’abbigliamento , con il quale Giorgio Armani  ha tracciato  uno per tutti,  le possibilità per  un nuovo corso da dare all’intero sistema moda cambiandone tempi , scadenze e modalità, è stata la volta di Gucci, con la sortita tra il poetico e l’ovvio di Alessandro Michele, lo stilista che ha fatto del marchio del lusso una sigla per un corso di alta cultura della moda e che tra domenica 24 e il 25 maggio ha dettato le tavole della legge per il nuovo corso della moda.
Ispirato dal silenzio imposto dai ritiri ai quali ci ha obbligato la pandemia, ha convocato un gruppo selezionatissimo di giornalisti, solo i grandi, anzi i grandissimi: nella moda,  a turno, si può venire considerati grandissimi  o nullità, a seconda di uno stilista o di un pi-erre fantasiosi, o -meglio ancora - di una testata prestigiosa  rappresentata  in quel momento!  Ecco dunque un Alessandro Michele poeta, romantico, uscito da letture sul Medioevo e sollecitato da alcuni passaggi storici a ripercorrere vie dimenticate, per esempio la scelta di musiche classiche , di momenti  onirici lontani dalla spettacolarità violenta alla quale ci aveva abituati.
Basta mille sfilate una dopo l’altra, cambi di look schizofrenici, un utilizzo dell’usa e getta quasi maniacale, basta con troppe collezioni: ne farò due all’anno che saranno presentate in forma spettacolare ma legate alla classicità e soprattutto in ogni nuova collezione entrerò anche qualche abito dèjà vu, o perchè non dobbiamo far morire ciò che è bello ma valorizzarlo, sfruttarlo fino all’ultimo.
Più o meno quello che si propongono tutti a partire a questo prossimo settembre, sempre se... Di certo la moda cambierà look, il sistema lascerà il posto a una forma più slow, sarà  una moda che dice addio alla fretta, al culto della velocità con cui si usa , si cambia, si butta. Sarà un ritorno a vecchi schemi dimenticati. Sarà?  Ultimo aggiornamento: 20:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA