Luciana Boccardi
MODI E MODA di
Luciana Boccardi

Gagiandre - Arsenale non raddoppia:
togliete una "G" di troppo...

Mercoledì 7 Luglio 2021 di Luciana Boccardu

Molti anni fa, in gioventù, avevo un amico che cercava di imporsi come giornalista:   non ebbe in realtà grandi successi e a un certo punto pensò bene di avviare nella costa romagnola una fiorente azienda di affitti-pedalò.  Era originario di Spinea, una ridente frazione della provincia veneziana, che secondo lui  non godeva di sufficiente considerazione a causa del suo nome che terminava con due vocali, una combinazione che foneticamente non ottiene consenso (così pensava...).  Decise quindi di intervenire e cominciò a far stampare sui suoi biglietti da visita, su tutte le citazioni di indirizzo e sui (rari) articoli che riusciva a collocare in qualche giornale locale, il nome di Spinea riveduto e corretto in una forma “italianizzata”: Spinella.  Si può immaginare come andò a finire (appunto sui pedalò). Ma il vezzo di intervenire brutalmente per modificare i nomi resta uno dei più praticati. Non sto a ripetere esempi già citati tante volte di parole dedicate a insegne o manifesti in dialetto veneziano  che nella grafia odierna risultano  in un nuovo dialetto ve-mestrino con riferimenti puramente  vaghegggiati.  In questi giorni in cui Venezia risulta al centro dell’attenzione mondiale per una serie di appuntamenti internazionali di grandissimo prestigio, dal G20 alle  sfilate di alta moda promosse da Yves Saint Laurent alla Certosa e da Valentino all’Arsenale  (per non dire di altre in programma  che porteranno la città a quel livello di promozione che le è più congeniale), abbiamo assistito al tentativo di raddoppiare  consonanti immaginando così di rendere più importante una parola. E’ il caso di “gagiandre” , il termine veneziano che dà il nome a quell’area dell’Arsenale dove si svolgono molti eventi - soprattutto a cura della Biennale di Venezia - e dove il 15 luglio si svolgerà il defilè d’alta moda  “Valentino des Ateliers”,  improvvisamente apparso con due g (Gaggiandre)  forse  per renderlo più importante come accadeva a quel mio  amico giornalista d’amtan. “Gagiandra”  è  un termine che non esiste in italiano, non lo si può trovare in alcun dizionario  della nostra lingua, ma esiste eccome in veneziano (il dialetto che per secoli fu una lingua  dotata di fior di dizionari,  oggi parlato com’era  solo  dagli ultimi “nativi” che risiedono a Venezia come monumenti di una storia passata ).  I “nuovi “  veneziani, quelli che risiedono a Mestre  e vengono quotidianamente a lavorare a Venezia senza abitarla, parlano - credendolo il veneziano classico - il ve-mestrino che ad esempio -  come si può evincere da numerose nuove insegne di locali pubblici  ,  e non solo   -  ha eliminato  la lettera “l”  , caratteristica del suono che il dialetto veneziano assume nella parlata corretta, dalle parole dove  la “l” si trovi tra due consonanti.     Tornando alle “gagiandre”, oggi leggiamo su interventi social, su Internet, su  comunicati o articoli  che annunciano gli eventi in quell’area dell’Arsenale nota come “Gagiandre” la parola accresciuta di una “g”:“gaggiandre”.  Penso che forse gli autori di questo accrescimento di potere per il termine che definisce l’area dell’Arsenale suddetta ( come il mio amico lo faceva per Spinea-Spinella...), abbiano preso un abbaglio.  Forse non conoscono la traduzione  dal Veneziano che tra l’altro spiega la scelta di quel nome per l’area importante dell’Arsenale dove per secoli si ritrovavano in numeri elevati le tartarughe in cerca di avanzi di cibo assicurati dalla frequentazione di persone in  quell’area più numerosa  che in altre zone dell’Arsenale (“gagiandra” infatti ,  in dialetto veneziano , è la tartaruga - o testuggine ) con buona pace del dizionario - ad uso di chi ha il dovere si rispettare anche l’ortografia di un dialetto-lingua ancora vivo e dotato di documentazione   (ad esempio, tra altri  ,  il “Dizionario del Dialetto veneziano”   di Giuseppe Boerio -    editore Premiata Tipografia di Giovanni Cecchini - 1856 )- che si  può richiedere alle librerie specializzate. Più semplice  comunque lasciare e non raddoppiare le consonanti, e accettare che in italiano tartaruga si scriva con una “r” sola . Per favore,  eliminate da gaggiandre  una “G”  di troppo!  Venezia ringrazia.  

Ultimo aggiornamento: 17:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA