MODI E MODA di
Luciana Boccardi
Un sondaggio recente sulle preferenze per il rituale del Natale ha dato un punteggio favorevole all’albero di Natale rispetto al presepio: qualcuno ne ha letto una risposta a una forse meno intensa sensibilità religiosa, che nel presepio che racconta l’avventura della nascita con le espressioni più sentite ispirate da forme d’arte, o di appassionata inclinazione artigianale, mentre l’albero ha richiami meno mistici, corrispondenze più estetiche che spirituali . Se il presepio rappresenta un fatto, un paesaggio, comunque una situazione umana di “vissuto”, l’albero di Natale racconta il nostro piacere estetico, la nostra voglia di luce, di colori, un gioco che ci vede stilisti di un’opera senza impegno, un racconto di un momento di festa affidato al brillio di fili d’oro o d’argento, qualcosa che parla di partecipazione individuale estemporanea senza riferimenti a nulla che non sia un gioco estetico. Probabilmente nella preferenza per l’albero di Natale intervengono a nostra insaputa presenze millenarie che conducono al mito, quando l’albero, il pino (“sacro” perché sempreverde), veniva considerato la rappresentazione di un dio, festeggiato con decori tra i più diversi, soprattutto con fiori, oggetti particolari, tutto ciò che poteva significare il “sacrificio” caro alle realtà pagane. La stessa collocazione della festa di Natale il 25 dicembre si sovrappone alla grande festa mitraica che in quella data, il solstizio d’inverno, celebrava la nascita del sole, il “dio Sole”. In ogni caso l’albero di Natale risponde a un bisogno di bellezza fine a se stessa che caratterizza la filosofia di questo nostro tempo .
Ecco allora la gara tra protagonisti della bellezza, artisti, stilisti di moda, ideata ventiquattro anni fa da Sergio Valente – l’acconciatore più conteso per le rassegne di moda internazionali – per realizzare l’albero più bello, più nuovo, più ricco destinato a una manifestazione che ogni anno presenti “100 alberi di Natale” proposti dalle più grandi firme della moda. E la rassegna “100 Alberi d’autore” non solo ha raccolto l’adesione dei grandi della couture e del pret-à-porter ma anche di artisti che esulano dal contesto moda tout court. Ogni anno la somma raccolta con la vendita degli alberi firmati viene devoluta dall’Associazione Sergio Valente a finalità benefiche: quest’anno il ricavato della Mostra - patrocinata dal Comune di Napoli - allestita nel Salone degli Specchi del Teatro San Carlo , andrà a beneficio della Fondazione Santobono-Pausilipon ONLUS di Napoli, legata all’omonima struttura sanitaria destinata esclusivamente all’infanzia.
Personaggi della moda, della cultura, dell’arte, del design internazionale, nella giornata inaugurale dei “100 Alberi d’autore- 2017” hanno applaudito la presentazione di Tosca d’Aquino, presenti rappresentanti tra i più quotati dell’arte, della cultura, della moda, della stampa (partecipe attiva Cinzia Malvini), dello spettacolo ( con una entusiasta Valeria Marini).
L’albero di Natale di Etro tutto stelle e scongiuri? ? L’albero che sembra un abito da sera firmato dall’Accademia di Costume e Moda? O quello di Chiara Boni, di Brunello Cucinelli, di Midali, Coveri, Ermanno Scervino, di Gattinoni o di Gianni Molaro, Pierre Cardin, Loriblu, Sabrina Persechino: solo alcuni dei 100 “autori- stilisti” che hanno partecipato.
In ogni caso un modo festoso per farci dimenticare la disavventura dello “spelacchio” romano, l’albero destinato a Piazza Venezia, morto a Roma con un’inutile maschera di luci e palline colorate perché forse – possiamo fantasticare? - non ha retto a un impegno troppo lontano dalla sua anima.
“Gli alberi – dice un saggio indiano (Rabindrath Tagore) – sono lo sforzo infinito della terra per parlare al cielo in ascolto”.
Ultimo aggiornamento: 00:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA