Luciana Boccardi
MODI E MODA di
Luciana Boccardi

Venerdì 22 Dicembre 2017 di Luciana Boccardi
 
Un sondaggio recente sulle preferenze per il rituale del Natale  ha dato un punteggio favorevole all’albero di Natale rispetto al presepio: qualcuno ne ha letto una risposta a una forse  meno intensa  sensibilità religiosa,  che nel presepio che racconta l’avventura della nascita con le espressioni più sentite ispirate da forme d’arte, o di appassionata inclinazione artigianale, mentre l’albero ha richiami meno  mistici,  corrispondenze più estetiche che spirituali . Se il presepio rappresenta un fatto, un paesaggio, comunque una situazione umana di “vissuto”,  l’albero di Natale racconta  il nostro piacere estetico, la nostra voglia di luce, di colori, un gioco che ci vede stilisti di un’opera senza impegno, un racconto di un momento di festa affidato al brillio di fili d’oro  o d’argento, qualcosa che parla di partecipazione individuale estemporanea senza riferimenti a nulla che non sia un gioco estetico. Probabilmente nella preferenza per l’albero di Natale intervengono a nostra insaputa presenze millenarie che conducono al mito, quando l’albero, il pino (“sacro” perché sempreverde), veniva considerato la rappresentazione di un dio, festeggiato con decori tra i più diversi, soprattutto con fiori, oggetti  particolari, tutto ciò che poteva significare il “sacrificio” caro  alle realtà pagane. La stessa collocazione della festa di Natale  il  25 dicembre si sovrappone alla grande festa mitraica che in quella data, il solstizio d’inverno,  celebrava la nascita del sole, il “dio Sole”. In ogni caso  l’albero di Natale risponde a un bisogno di bellezza fine a se stessa che caratterizza  la filosofia di  questo nostro tempo .
Ecco allora la gara tra protagonisti della bellezza, artisti, stilisti di moda, ideata ventiquattro anni fa da Sergio Valente – l’acconciatore più conteso per le rassegne di moda internazionali –   per realizzare l’albero più bello, più nuovo, più ricco destinato a una manifestazione che ogni anno presenti “100 alberi di Natale” proposti dalle più grandi firme della moda. E la rassegna  “100  Alberi d’autore” non solo ha raccolto l’adesione dei grandi della couture e del pret-à-porter ma anche di artisti che esulano dal contesto moda tout court.  Ogni anno la somma raccolta con  la vendita degli alberi firmati viene devoluta dall’Associazione Sergio Valente a finalità benefiche: quest’anno il ricavato della Mostra -  patrocinata dal Comune di Napoli - allestita nel Salone degli Specchi del Teatro San Carlo ,   andrà a beneficio della  Fondazione Santobono-Pausilipon ONLUS di Napoli, legata all’omonima struttura sanitaria  destinata esclusivamente all’infanzia.  
Personaggi della moda, della cultura, dell’arte, del design  internazionale, nella giornata inaugurale dei “100   Alberi d’autore- 2017” hanno  applaudito la presentazione di Tosca d’Aquino, presenti  rappresentanti tra i più quotati  dell’arte,  della cultura, della moda, della stampa (partecipe attiva Cinzia Malvini),  dello spettacolo ( con una entusiasta Valeria Marini).
L’albero di Natale di Etro  tutto stelle e scongiuri? ? L’albero che sembra un abito da sera firmato dall’Accademia di Costume e Moda? O quello di Chiara Boni,  di Brunello Cucinelli, di Midali,  Coveri,  Ermanno Scervino, di Gattinoni o di  Gianni Molaro, Pierre Cardin,  Loriblu, Sabrina Persechino: solo alcuni dei 100 “autori- stilisti”  che hanno partecipato.
In ogni caso un modo festoso per farci dimenticare la disavventura dello “spelacchio” romano, l’albero destinato a Piazza Venezia, morto a Roma con un’inutile  maschera di  luci e palline colorate perché  forse – possiamo fantasticare?  -  non ha retto a un impegno troppo lontano dalla sua anima.
“Gli alberi – dice  un saggio indiano (Rabindrath Tagore) – sono lo sforzo infinito della terra per parlare al cielo in ascolto”.
 
  Ultimo aggiornamento: 00:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA