MILLERUOTE di

Leclerc e la Ferrari sbancano il Red Bull Ring. Verstappen alza le mani, a Sainz esplode il motore

Lunedì 11 Luglio 2022 di Giorgio Ursicino
Le due Ferrari durante il GP d'Austria

Un trionfo in trasferta, a casa del nemico. Ed è il secondo di fila in una settimana. Il primo bis rosso in questa stagione della riscossa, durante la quale la SF-75 ad “effetto suolo” si è sempre dimostrata valida, con addirittura un trend in crescita in questo tramonto di primavera. A rovinare la festa grande è stata la mancata doppietta ormai servita su un piatto d’argento. Con le due soste ai box ormai archiviate, al pari del terzo sorpasso in pista di Charles ad un incredulo Verstappen, toccava a Carlos completare il dominio del Cavallino ad oltre dieci giri dal termine. Sainz era in scia dell’olandese, con un evidente vantaggio di gomme, nemmeno troppo staccato dal compagno di squadra che era al comando. È bastato un attimo ed, invece del sorpasso, c’è stata la resa. Senza combattere. Plateale, quasi esplosiva.

Non è servito chiedere ai tecnici la cause del ritiro, tutto è apparso molto evidente. L’esuberante V6, su cui gli ingegneri motoristi hanno lavorato tanto, ottenendo performance di assoluto rilievo, è letteralmente esploso come era accaduto a quello del Principino sul rettilineo di Baku. Anzi di più. Charles, fra una nuvola di fumo e un travaso di bile, era riuscito a rientrare ai box maciullando bielle e pistoni. Carlos ha fatto appena in tempo ad accostare e a saltare fuori della macchina che le fiamme già lo stavano avvolgendo con la complicità dei commissari veramente un po’ imbambolati. Se la power unit avesse tenuto, l’uno-due era garantito, con un finale probabilmente incandescente.

Anche il predestinato, infatti, ha avuto le sue noie, con l’acceleratore che rimaneva bloccato. Per questo il campione del mondo olandese ha recuperato nel finale, chiudendo ad appena un secondo e mezzo. Per lo spagnolo è un bel cazzotto nello stomaco: si interrompe bruscamente il suo avvicinamento alla vetta. Alla fine del girone d’andata, la differenza fra i due ferraristi prende corpo e, se continua così, è evidente che si avvicina la data in cui Charles avrà la priorità. Il ragazzo di Madrid, nei finali di gara, dovrà inchinarsi al monegasco. Binotto e Mekies (ieri è salito sul podio a ritirare il trofeo dei Costruttori), però, sanno bene che non è questa la sostanza del vero gioco di squadra. Servono due giovanotti motivati fino al midollo e determinati a remare nella stessa direzione per lottare contro il baby prodigio che guida come un computer senza sbagliare mai.

In una F1 profondamente diversa a quella di qualche anno fa, nella quale bisogna tener presenti infiniti fattori. Non solo la spettacolarità di guida, ma anche il consumo dei pneumatici, dei motori, delle centraline, fino agli euro del budget cup che consentono di portare una nuova configurazione aerodinamica ad ogni gara. E il clima ora in squadra appare meno idilliaco perché Carlos non ha certamente gradito le pretese di Charles di avere i galloni del capitano senza il consenso dello stato maggiore. Vedremo. Intanto, oltre al problema rotture che non può lasciar dormire sonni tranquilli, la Rossa si è dimostrata superiore nella gestione della gomme, forse per la prima volta.

Le medie sulla Ferrari sono durate molto di più e non è mancata la velocità in rettilineo per effettuare i sorpassi in scioltezza. Il ritiro di Sainz è stato in parte compensato da quello di Perez che ha avuto la peggio da un contatto energico con la Mercedes di Russell. Il giovanotto inglese, nonostante una sosta più lunga per sostituire l’ala anteriore e scontare la penalità, ha concluso alle spalle dell’Imperatore Lewis che è salito per la seconda volta di fila sul podio. Grande gara del giovane Schumacher che, sul circuito deve quasi vent’anni fa il padre fu l’ultimo vincitore con un Ferrari, ha conquistato il sesto posto, concludendo per le seconda volta consecutiva nei dieci.

Ultimo aggiornamento: 12-07-2022 18:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA