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Auto elettrica o ad idrogeno? Sono la stessa cosa. Cambia solo il modo di stoccare energia

Venerdì 20 Maggio 2022 di Giorgio Ursicino
Un vettura ad idrogeno durante il rifornimento

L’auto del futuro sarà elettrica. Su questo non si sono dubbi. E sarà protagonista per tutto il ventunesimo secolo, almeno che non venga fuori qualche “invenzione” imprevista. Come, d’altronde, nel Novecento la scena è stata monopolizzata dalle vetture a combustione, benzina o diesel che siano state. Con i progressi dell’innovazione, il motore silenzioso che già esiste da molti lustri ha imparato ad alimentarsi in modo più “elastico” tanto da diventare imbattibile anche se usato in movimento, per spingere i mezzi di trasporto. Forse, se ci avessimo pensato prima, o il vecchio apparato non avesse fatto troppa resistenza, al nuovo mondo si poteva approdare in anticipo. Sia come sia, ormai il dado è tratto: la strada è tutta in discesa.

D’ora in avanti potremo viaggiare senza inquinare e senza far rumore. Con livelli di guidabilità e di sicurezza neanche paragonabili in passato anche perché il software e i chip dell’elettronica si sposano perfettamente con l’energia pulita che corre attraverso i fili e non per mezzo di arcaici marchingegni meccanici. A questo punto, la domanda sorge spontanea. Non dovevano esserci i veicoli ad idrogeno come alternativa a quelli elettrici nel domani della mobilità? Messa così si rischia di fare confusione. La macchina ad idrogeno non è affatto antagonista di quelle elettrica semplicemente perché è elettrica anche lei. Almeno all’80%, forse più, i due oggetti sono identici. Stesso propulsore, stessi valori dinamici. Stessa piattaforma elettronica e di connettività.

Del tutto uguali saranno i sensori, visori e radar che forniscono assistenza a chi è al volante e ci porteranno spediti verso la guida autonoma. Varia solo il modo di imbarcare energia, quello che prima era il serbatoio e il suo contenuto di idrocarburi. Sulle auto che, impropriamente, definiamo “elettriche” ci sono i kWh immagazzinati nelle batterie. Su quelle ad H2, invece, c’è il contenitore ad alta pressione per imbarcare a 700 atmosfere l’elemento allo stato gassoso. Queste ultime, in realtà, hanno bisogno di componenti aggiuntive poiché l’idrogeno, per produrre elettricità, deve “reagire” con l’ossigeno che è nell’aria e generare, da una parte, energia e, dall’altra, limpido vapore acqueo. Per far ciò si ricorre alle fuel cell (celle a combustibile), l’ambiente dove avviene il processo chimico.

Quindi l’auto elettrica è “sovrana”, la differenza è nelle batterie o nel vettore che contiene energia (l’idrogeno appunto). Chiarito questo aspetto fondamentale, resta da stabilire quale veicolo elettrico sia migliore, quello batterie o quello ad idrogeno. Al dubbio non c’è risposta. Ognuna delle due soluzioni offre vantaggi e svantaggi destinati a cambiare nel tempo. Attualmente lo stato delle due tecnologie è abbastanza chiaro è l’ago della bilancia perde dalla parte delle batterie come testimoniano i numeri di vendita delle auto elettriche: il circolante attuale è quasi tutto ad accumulatori. Nessuno, però, si sente di escludere che le cose potranno cambiare, magari nel prossimo decennio. Una mano, all’una o all’altra tecnologia, la darà il progresso trasformato i difensori in attaccanti. Vediamo come funzionano i punti deboli o forti di entrambe i dossier. Sempre attualmente.

Sull’autonomia non c’è molto differenza, forse un pochina a favore dell’idrogeno. Che invece stravince nei tempi di ricarica. Bastano pochi minuti per fare il pieno, esattamente come le auto tradizionali. Per le vetture a batterie, invece, nonostante i progressi degli accumulatori e degli impianti di ricarica (sia le colonnine sia la parte a bordo del veicolo) serve almeno mezz’ora che però possono diventare addirittura giorni se si rifornisce alla rete di casa. L’aspetto che al momento fa trionfare le batterie e la difficoltà e i costi per realizzare gli impianti di rifornimento dell’idrogeno. L’elemento deve essere stoccato a 700 atmosfere cosa difficile da fare e per questo in Italia c’è un solo distributore a Bolzano.

Le auto elettriche ad idrogeno già esistono e funzionano molto bene (anche il prezzo non è molto diverso dalle elettriche a batterie) ma, almeno da noi, non si possono utilizzare perché non c’è modo di rifornire. Le cose vanno un po’ meglio in Germania e Francia (i distributori sono in entrambi i paesi oltre 100), ma sono soprattutto i costruttori orientali a crederci fino in fondo visto che hanno realizzato anche i modelli adesso in listino. Giapponesi e coreani sono avanti, ma bisognerà attendere per vedere (se mai ci sarà) il recupero dell’idrogeno sulle batterie. Una volta risolto il problema della rete di distruzione, l’idrogeno potrebbe avere un vantaggio ambientale. Non nell’utilizzo (entrambe le auto sono ad emissioni zero), ma nella produzione e nello smaltimento in quanto gli accumulatori sono complessi e costosi da realizzare ed utilizzano materiali pregiati che, se non trattati come si deve, possono essere dannosi per l’habitat.

Nel tempo in cui l’idrogeno istallerà la sua rete, la batterie faranno progressi: avranno una densità (la capacità di immagazzinare energia) maggiore, diminuiranno gli ingombri, il peso e il costo con la tecnologia allo stato solido. I conti su chi è stato più bravo si faranno alla fine, ma è molto probabile che le due opzioni conviveranno e sarà il cliente a scegliere a seconda delle proprie esigenze. Su alcuni aspetti le case costruttrici sembrano d’accordo e si stanno orientando già ora: l’idrogeno è più adatto per i veicoli pesanti (camion e autobus), le batterie sono migliori per le vetture che offrono meno spazio disponibile. Che i veicoli elettrici a batterie e ad idrogeno abbiano tanti punti in comune lo testimonia il nuovo concept della Renault svelato proprio oggi in anteprima mondiale.

La Scenic Vision, che anticipa la nuova generazione del monovolume della casa francese è ibrida. Ma non come le hybrid attuali che sfoggiano il motore termico ed elettrico e quindi utilizzano per alimentarsi sia idrocarburi che energia elettrica. La parte “ibrida” è proprio nello stoccaggio dell’energia poi utilizzata esclusivamente dal propulsore elettrico perché quello a combustione interna non c’è più. La Scenic Vision è un’auto totalmente elettrica che può funzionare sia ad idrogeno che a batteria, esclusivamente e contemporaneamente entrambe. È la quadratura del cerchio? Forse. Vedremo. Certamente offre più elasticità per rifornirsi: se non c’è tempo di riempire gli accumulatori si può utilizzare l’idrogeno o viceversa se c’è difficoltà a reperire quest’ultimo. Un’auto ibrida, però, qualsiasi essa sia, è più complessa, più costosa e con una tecnologia più ingombrante. E quando non è indispensabile, può essere meglio puntare sulla semplicità. 

Ultimo aggiornamento: 23-05-2022 14:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA