Chiara Pavan
CHIARA LETTERA di
Chiara Pavan

Il mondo spiegato da Philomena Cunk

Lunedì 29 Maggio 2023

Le sue domande sono talmente assurde da risultare comiche. Interrogativi così improbabili da suonare spiazzanti, cortocircuiti comici che esplodono davanti al suo volto serio e imperturbabile mentre si rivolge a scienziati e luminari: «Le piramidi egizie hanno quella forma per impedire al senzatetto di dormirci sopra?», «Come facevano gli uomini primitivi a fabbricare utensili se camminavano a quattro zampe?», «Le mummie hanno mai girato in bicicletta?». Domande fondamentali: perché abbiamo inventato l’arte? Perché scriviamo e archiviamo tutto nei libri? Perchè facciamo la guerra? O peggio, «perchè il David di Michelangelo è considerato perfetto ma gli manca l’ano? E la Gioconda ci piace perché è valida o perché ci hanno ripetuto allo sfinimento che è un bel quadro?».

LA PROTAGONISTA

Difficile sfuggire alla lucida “follia” di Philomena Cunk e al suo surreale mockumetary “Cunk on Earth”, sei episodi di mezz’ora diventati subito un caso su Netflix: Philomena, o meglio la comica Diane Morgan (era la stralunata giornalista a fianco di Ricky Gervais in “After Life”) ha costruito nel tempo questa sorta di detective dal volto imperturbabile, con tanto di cappotto di tweed aperto su camicia abbottonata, frangetta e coda di cavallo, decisa a misurarsi con la storia dell’umanità, dai primordi al cambiamento climatico. Dalla prima apparizione in spezzoni di “Charlie Brookers’ Weekly Wipe” (2013-2015), al debutto nel 2018 nella serie Bbc Two “Cunk on Britain” e poi “Cunk and other humans”, Philomena Cunk si è ormai guadagnata un vero e proprio posto al sole al pari del sulfureo “Mr Bean”. Con aria disinvolta, Cunk sfoggia il tocco della divulgatrice scientifica ma è ottusa, ignorante, sicura di sè nei pregiudizi, nei luoghi comuni e nelle idee strampalate, ed è pronta a porre domande al limite dell’illogico a luminari e illustri professori, attendendosi per giunta le riposte più serie possibili. Pare che gli esperti siano stati avvertiti del “taglio” comico della serie, ma non sul tenore delle domande. E il risultato, osservando le loro facce allibite, è divertente.

IL PERCORSO

Funambola della parola che si muove sul filo tesissimo di un’ironia molto british, Philomena Cunk sembra mescolare i servizi inverosimili dell’esilarante Vulvia di Corrado Guzzanti su “Rieducational Channel”, le parodie di Alberto Angela ideate da Neri Marcorè, le freddure di Valerio Lundini o addirittura le uscite folli del geniale Borat di Sacha Baron Cohen. Lei procede imperterrita senza mai spostarsi di un centimetro dai suoi pregiudizi, creando dei corto-cirtuiti stranianti nei faccia a faccia con gli esperti che tentano di restare seri, anche quando Philomena piange scoprendo che la cagnolina Laika, mandata in orbita dai sovietici, non è mai tornata indietro o che le bombe atomiche esistono ancora, «e non sono caricate a salve» come lei pensa. Morgan-Philomena Cunk conta su tempi comici perfetti e una scrittura così efficace da far dimenticare che quello che dice è davvero folle, forte di un progetto innovativo che si fa le beffe di una ignoranza spacciata per verità, di tutta quella comunicazione “iperbolica” mirata al sensazionale, all’eccezionale, all’enigma da risolvere. Spingendoci anche a chiederci se magari, dentro di noi, non alberghi qualche “germe” di Philomena Cunk pronto a farci credere a tutto.

Ultimo aggiornamento: 05:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA