Telefonata prima del suicidio,
i ricatti hot nei messaggi

Giovedì 31 Gennaio 2019 di Gianni Colucci
Telefonata prima del suicidio, i ricatti hot nei messaggi
«Mi sto suicidando per colpa tua, passerai i guai, non ti preoccupare, non fa niente, che cosa mi hai fatto...». Sono parole che gelano il sangue quelle registrate nel whatsapp vocale lasciato dal 47enne di Ariano al telefono della donna che lo ricattava. L'ultima telefonata. E lei in tre messaggi di seguito risponde, quel 31 ottobre alle 19,31, sempre con la stessa cinica litania: «Mi me interessa tu mi porti soldi, capito? Io vengo casa tua, la molia tua». Un minuto dopo, un'ultima telefonata dell'uomo disperato: «Non sto scherzando...veramente non sto scherzando... perché il mio onore è grande». In realtà sono stati intercettati anche altri 11 messaggi della donna all'utenza dell'uomo disperato tra le 19,33 alle 19,35: «Io ti aspetto fino a giovedì, se mo mi porti i soldi... io vengo a casa, dalla molia tua e vediamo se tu morto quando vengo a casa tua giovedì».

I carabinieri ritroveranno poche ore dopo il cadavere di un uomo impiccato in un capannone, accanto una lettera di scuse ai familiari. Il gip del tribunale di Benevento, Gelsomina Palmieri, che ha emesso l'ordinanza di custodia cautelare, commenta così: «Le parole della vittima non lasciano dubbi in ordine alla sua determinazione a suicidarsi». E della Meati sottolinea «l'estrema lucidità, freddezza, cattiveria, e spietatezza» quando «ribadisce la richiesta estorsiva, rafforzandone il proposito suicidario».

 

Un anno di intercettazioni e riscontri, quindi l'arresto (martedì) di Sonia Matei, romena di 42 anni residente a San Giorgio del Sannio, che rispondeva chiedendo soldi mentre l'uomo le comunicava il suo insano proposito. La richiesta era mediamente di 30 euro per un rapporto sessuale. Ma regolarmente accadeva che il profilattico si rompeva e la prostituta chiedeva al suo cliente un contributo che andava dai 500 ai mille euro, una volta anche 1400 euro, per poter procedere a delle «cure» nel suo Paese. E ogni resistenza da parte dell'uomo era fiaccata dalla minaccia: «Vengo a casa tua, lo dico a tua moglie». Solo in un caso Matei ebbe davanti un uomo che le resistette. A tenere a bada la donna era sempre Francesco Festa, il pensionato di 64 anni di Benevento che secondo la Procura favoriva la sua attività di prostituta. Ma ieri dopo gli interrogatori di garanzia gli avvocati Vincenzo Sguera e Luigi Perifano hanno ottenuto per Festa la revoca dei domiciliari. La donna, difesa da Luca Cavuoto, accusata di estorsione e di istigazione al suicidio, invece, ha lasciato il carcere di Bellizzi. È ai domiciliari. I due hanno risposto al magistrato. La donna ha spiegato che negli incontri preliminarmente chiedeva sempre ai suoi clienti se fossero sposati. La richiesta di soldi avveniva solo quando c'erano delle promesse dei clienti. Festa ha spiegato che si era limitato a fornire dei contatti occasionalmente alla donna. E che non c'è nessun rapporto tra il suicidio e il legame che aveva con la donna.
Ultimo aggiornamento: 11:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA