Albano, 28enne seviziata e ridotta in schiavitù: condannati a 11 anni di carcere i tre vicini di casa aguzzini

Martedì 24 Dicembre 2019
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Velletri, condanne a 11 anni di reclusione per due donne, madre e figlia di 58 e 30 anni, e a dieci anni e 6 mesi per il fidanzato della 30enne per le sevizie ai danni di una vicina di casa 28enne. I fatti risalgono all'estate scorsa, quando in un appartamento delle case popolari di via Virgilio ad Albano, gli agenti del vicino commissariato di polizia chiamati da alcuni vicini, che avevano sentito delle strazianti urla, trovarono dopo aver aperto la porta di casa una 28enne sul letto.

La ragazza, quasi in fin di vita, aveva delle ustioni in varie parti del corpo, anche quelle più intime, fatte con un ferro da stiro rovente. La giovane donna era stata picchiata con un manganello in ferro.

Le indagini condotte dagli agenti del commissariato di polizia di Albano e dalla quarta sezione della squadra mobile di Roma, diretta da Pamela Franconieri, portarono, dopo 3 settimane di indagini, all'arresto di 3 persone. Rispettivamente: la migliore amica della vittima, la madre di quest'ultima e il fidanzato della 30enne. Il gruppetto di aguzzini aveva convinto la ragazza a prostituirsi e l'aveva segregata in casa, costringendola a vivere sotto schiavitù da oltre un anno. 

All'inizio si era pensato che fossero stati alcuni stranieri o qualche cliente deviato mentalmente, come all'inizio aveva dichiarato anche la vittima, per paura di ulteriore violenze da parte del terzetto criminale. Ma le indagini, coordinate dalla procura di Velletri, dei poliziotti di Albano e della squadra mobile di Roma, 4a sezione, che si occupa di gravi reati sessuali, portarono in breve a scoprire la macabra verità.

La ragazza arrestata, un'estetista ora 30enne, incensurata, era andata anche alla trasmissione Rai "Chi l'ha Visto" a dichiarare che chi aveva fatto una violenza del genere alla sua migliore amica doveva essere preso e chiuso in carcere per sempre.

Ieri pomeriggio al primo piano del Tribunale di Velletri, la sentenza di primo grado, dopo 6 ore di Camera di Consiglio, è stata ancora più severa di quanto richiesto dal pm Giuseppe Patrone (9 anni) - collegio giudicante presieduto dalla giudice Laura Matilde Campoli con a latere altri due magistrati, Cinzia Ippoliti e Lorenzo Barracco - per i reati di riduzione in schiavitù, lesioni gravissime permanenti, sevizie, induzione alla prostituzione, in concorso. In aula anche i poliziotti del commissariato di Albano e della squadra mobile di Roma che seguirono il caso e misero le manette ai polsi dei tre aguzzini. Foto Luciano Sciurba
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