A guardarla, così piccola e fragile, fa tenerezza. Nata soltanto pochi giorni fa, probabilmente a fine estate lungo una delle spiagge quasi incontaminate di Sicilia o Calabria, aveva già preso il mare per incominciare la sua vita. Così, con nella testa quell'istinto di sopravvivenza che l'avrebbe guidata in mare e tenuta alla larga dei predatori, la piccola aveva dovuto fare tutto da sola. E ci sarebbe persino riuscita se, ad aspettarla e quasi ad ucciderla, non si fosse presentato un nemico sconosciuto e assai insidioso, la plastica. Sì perché quella piccola tartarughina, invece che in mare aperto, era stata poi avvistata nel Messinese da alcuni bagnanti a due passi dalla battigia. In evidente stato di difficoltà, la piccola non riusciva a riprendere il mare.
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Il recupero
Così, grazie all'immediato intervento della Capitaneria di Porto di Messina, era stata recuperata e presa in consegna dal personale della Blue Conservancy Onlus e ricoverata presso il Centro di Recupero Tartarughe Marine di Brancaleone, in provincia di Reggio Calabria. Così, una volta avviato il protocollo necessario che viene attuato per i piccoli nati da poco e debilitati, erano iniziate le cure. Ed è stato proprio durante quelle prime fasi al centro di Brancaleone che la verità sullo stato della piccola, nel frattempo ribattezzata Penny, sarebbe venuta alla luce. Sì perchè se solitamente, quando si tratta di neonati, le problematiche possono riguardare una mareggiata improvvisa e le avverse condizioni del tempo che possono arrivare a spiaggiare le piccole, stavolta era diverso. Dopo qualche giorno di ricovero, Penny che pesava solamente 17 grammi, dopo essere stata continuamente monitorata rifocillata con cibo liofilizzato, aveva svelato il suo grave malessere. Nella sua vasca, infatti, galleggiavano minuscoli frammenti di plastica colorata! Microplastiche che, ora dopo ora, la piccola continuava ad espellere naturalmente.Pesca di frodo gamberi di fiume: denunciato dai Forestali