Puglia, squalo attacca canoista al largo di Castelloneta Marina. «Ho ancora gli incubi»

Giovedì 5 Maggio 2022 di Remo Sabatini
Puglia, squalo attacca canoista al largo di Castelloneta Marina: "Ho ancora gli incubi".

Disavventura per un appassionato di kayak che si è trovato a tu per tu con un grosso squalo mentre pagaiava nelle acque di Castellaneta Marina, in provincia di Taranto.

Protagonisti della vicenda, Giuseppe Lorusso, farmacista di Gravina, il suo compagno di canoa, Dino e quello che è stato descritto essere un grosso squalo toro di circa tre metri. Stando a quanto riportato dallo stesso Lorusso sulla propria pagina social, domenica scorsa, mentre era in acqua insieme al suo amico Dino per la consueta pagaiata, è stato ferocemente attaccato da uno squalo. «Mentre eravamo in mare e da Ginosa Marina ci stavamo dirigendo verso Castellaneta Marina, è successo quello che nessun amante degli sport di mare vorrebbe gli succedesse. L'incubo peggiore».

Una volta giunti a circa 70 metri dalla riva con quattro metri di profondità, i due si accorgono di qualcosa che sembra galleggiare poco più in là. «Abbiamo intravisto una grossa sagoma immobile che galleggiava. Così, ci siamo avvicinati. Era uno squalo». A quel punto, sarebbe accaduto l'impensabile. «La bestia non ci ha lasciati nemmeno il tempo di riflettere e ci ha attaccato con tutto il suo impeto e la sua ferocia cercando di addentare lo scafo». E poi: «Io, con lucidità e freddezza ho contrastato vigorosamente con la pagaia l'attacco dello squalo che ha tentato, un paio di volte, di farmi cadere dal mezzo». Lorusso descrive l'animale: «Una bestia inferocita di oltre tre metri e 150 chili di peso». Infine l'esito della battaglia: «Il mostro marino, dopo aver preso diverse pagaiate in testa dal sottoscritto, ha desistito ed è sparito nel blu». Il "mostro marino" è uno squalo. Già, ma di che specie? Il farmacista sembra non avere dubbi. "Senza dubbio uno squalo toro. Tra i più grossi ed aggressivi. Sono rimasto in stato di choc per due giorni e tutt'ora ho gli incubi".

Quando di tratta di squali, le testimonianze dirette sono fondamentali. Certo è che un atteggiamento così feroce da parte di uno squalo toro, come quello descritto dal diretto interessato, appare quantomeno singolare. Lo squalo toro (Carcharias taurus) indicato dal canoista quale responsabile della singolare vicenda, contrariamente a quanto si possa comunemente  pensare non è un mostro pronto ad aggredire qualsiasi cosa. E allora, come si spiega quanto riferito dal canoista? Gli squali, almeno quelli appartenenti alle specie più grandi e note, sono predatori marini assai curiosi. Ovviamente privi di mani, quando hanno a che fare con qualcosa di non familiare, utilizzano il sensibilissimo muso per capire cosa si trovano di fronte. Così capita che possano dare dei colpi più o meno violenti che talvolta, seppur in rari casi, arrivano a far capovolgere piccoli natanti come canoe o kayak. È forse per questo che il Lorusso ha rischiato di finire in acqua? Difficile dirlo con certezza. Così come non è chiaro il motivo per il quale quello squalo se ne stava immobile in superficie. Di certo c'è il suo drammatico racconto e un lieto fine che ha lasciato tutti illesi, squalo e canoista. Con il primo che è scomparso nel blu e il secondo che ha trascorso qualche notte in bianco. 

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