Le immagini parlano da sole. Diffuse sui social dall'associazione ambientalista tunisina Houtiyat, documentano l'ennesimo stupro compiuto dall'uomo ai danni della natura. Sì perchè, quello ritratto nelle drammatiche immagini che pubblichiamo è un innocuo, seppur gigantesco, squalo elefante. Lo sfortunato esemplare, lungo circa otto metri, è stato fotografato nelle scorse ore nella città costiera di Annaba, in Algeria, nel bel mezzo delle operazioni che lo trasformeranno, come indicato dalle didascalie locali, «in panini e bistecche». Non è chiaro se sia stato vittima di una cattura accidentale, quel che è certo è che, alla fine, è stato fatto a pezzi e sfilettato come nulla fosse. Specie super protetta da anni, lo squalo elefante, conosciuto anche con il nome di cetorino, è un gigante placido che vive nelle acque medio temperate. Dal nostro Mediterraneo fino ai mari più freddi che bagnano le coste dell'Europa settentrionale, la presenza dello squalo elefante si fa sempre più rara e l'enorme bocca spalancata, priva dei dentoni di alcuni suoi cugini più piccoli, serve per nutrirsi di minuscolo plancton e pesciolini che ingerisce senza masticare. Grande, molto grande, secondo in termini di dimensioni soltanto allo squalo balena, sempre più spesso finisce vittima di catture accidentali che, insieme alla barbara pratica dello shark finning, stanno portando la specie sull'orlo dell'estinzione.
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