Scoiattolo grigio, in Emilia Romagna campagna per eliminarli. Brambilla: «No a inutile crudeltà»

Sabato 16 Ottobre 2021
Scoiattolo grigio, in Emilia Romagna campagna per eliminarli. Brambilla: «No a inutile crudeltà»
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Scoiattolo grigio.

E' polemica in Emilia Romagna. La decisione della giunta regionale (con la Delibera numero 1562 dal titolo “modalità attuative di intervento per il rilevamento precoce e l'eradicazione rapida dello scoiattolo grigio - sciurus carolinensis - in Emilia-Romagna”) che promuove un tentativo di eradicare gli scoiattoli grigi con una massiccia campagna di cattura e uccisione, scatena la protesta delle associazioni. «Una decisione crudele e insensata che, più che risolvere il problema, produrrà enormi sofferenze a tanti esseri viventi innocenti. Gli amministratori dell'Emilia-Romagna farebbero bene a vergognarsi e ritirare subito il provvedimento», tuona  Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente.

Scoiattolo grigio, il caso in Emilia Romagna

Il personale lascerà nell'area individuata trappole senza innesco per quindici giorni; successivamente alternerà cicli di innesco e disinnesco per i prelievi. Gli esemplari intrappolati verranno catalogati (peso, sesso, dimensione del piede posteriore etc.) e poi - cita la delibera - «sottoposti a eutanasia in loco, attraverso l’utilizzo di CO2 (anidride carbonica), somministrata agli animali trasferiti in contenitori ermetici di plastica rigida di volume pari a 10 litri». «Si tratta - prosegue l'ex ministro del Turismo - di una decisione barbara, che standardizza la morte di questi animali in una grigia e inflessibile prassi burocratica. Si tratta di creature innocenti, che sono state importate dall'uomo in passato per “abbellire” parchi e altri aree verdi cittadine, senza pensare alle drammatiche conseguenze sugli equilibri ecosistemici e alla minaccia rappresentata per la specie autoctona, lo scoiattolo rosso (sciurus vulgaris). Tanto più che, come dimostra l'esperienza, i metodi di eradicazione non funzionano quasi mai e ci sono strade più efficaci e non cruente per ridurre, in modo naturale, il numero di esemplari di una specie considerata “invasiva”: basti pensare che, nel Regno Unito, è stata sperimentata con successo, proprio sugli scoiattoli grigi, una campagna di sterilizzazione attraverso un farmaco orale somministrato con una gustosa crema alle nocciole. A volte, per risolvere i problemi, basterebbe un po' più di testa, oltre che di cuore».

La scheda sugli scoiattoli grigi

L’Italia è l'unico paese dell'Europa continentale a ospitare popolazioni stabili e in espansione di scoiattolo grigio (Sciurus carolinensis). Le altre si tivano in Gran Bretagna e Irlanda. Di origine americana, lo scoiattolo grigio è stato introdotto in Europa e in Italia ripetutamente dal 1948 ad oggi ed è presente soprattutto nel nordovest (Piemonte, Lombardia e Liguria), ma anche in Veneto, Emilia -Romagna, Umbria, Toscana e Lazio. Due i principali impatti dell’introduzione di questa specie: il declino e l’estinzione dello scoiattolo rosso autoctono e i danni ai noccioleti del Piemonte e (potenzialmente) dell’Umbria. Le norme comunitarie e nazionali prevedono il contenimento e l’eradicazione dello scoiattolo americano. Il metodo raccomandato dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) è la cattura con trappole e l’eutanasia con anidride carbonica che prima addormenta e poi uccide l’animale. Tuttavia esistono alternative: farmaci contraccettivi mescolati al cibo (usati in Gran Bretagna) o somministrati per via intramuscolare o sterilizzazione chirurgica (praticata a Genova Nervi con successo). 

Ultimo aggiornamento: 18:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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