«La passeggiata con il cane può aumentare il rischio di contrarre il Covid del 78%». Lo sostiene uno studio spagnolo. I ricercatori dell'Università di Granada e dalla Scuola andalusa di sanità pubblica hanno condotto un sondaggio in Spagna su 2.086 persone, il 41% delle quali aveva un'età compresa tra 40 e 54 anni. Alle persone è stato chiesto cosa avessero fatto durante la pandemia e se avessero contratto il virus, quindi i ricercatori hanno confrontato i risultati per capire quali comportamenti o attività fossero più a rischio.
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— Cristina Sánchez González (@crissg_gr) April 28, 2020
I dati
I ricercatori spagnoli hanno scoperto che 98 persone intervistate hanno contratto il Covid, pari al 4,7% del campione preso in esame.
«I risultati della nostra ricerca segnalano un aumento del contagio tra i proprietari di cani», conferma la professoressa Cristina Sánchez González. Questo perché, si legge nello studio, i cani potrebbero diffondere il virus toccando superfici contaminate. Quanto gli animali possano effettivamente trasmettere il virus all'uomo, tuttavia, non è ancora chiaro e dimostrato.
Nuevo artículo publicado en Environmental Research: "The spread of SARS-CoV-2 in Spain: hygiene habits, sociodemographic profile, mobility patterns and comorbidities". @PilarArandaUGR @mjsanchezperez @mrbarranco @crissg_gr https://t.co/mvSDErVSNg pic.twitter.com/2tIcYX4vmM
— Daniel Redondo Sánchez (@dredondosanchez) September 28, 2020
L'igiene
I ricercatori spagnoli hanno affermato che i proprietari di cani dovrebbero prestare particolare attenzione all'igiene durante la passeggiata con il cane, soprattutto al ritorno a casa. «Nel bel mezzo di una pandemia e in assenza di un trattamento o di un vaccino efficace - dice Cristina Sánchez González -, le misure di igiene preventiva sono l'unica salvezza e queste misure dovrebbero essere applicate anche ai cani che, secondo il nostro studio, sembrano aumentare direttamente o indirettamente il rischio di contrarre il virus».
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Environmental Research.
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"I numeri sono quelli. C'è sì un rallentamento dei ricoveri, ma non è tale da evitare che il sistema sanitario vada fuori controllo. In due settimane, con questo ritmo di crescita, negli ospedali, in molte regioni, ci saranno notevoli problemi.