Pantera a San Severo, proseguono le ricerche. Un testimone: «È saltata sul cofano della mia auto»

Venerdì 17 Gennaio 2020
Pantera a San Severo, proseguono le ricerche. Un testimone: «È saltata sul cofano della mia auto»

Proseguono le ricerche della pantera nera avvistata nei giorni scorsi a San Severo (Foggia), ad un chilometro e mezzo dal centro abitato, all'interno di un opificio. Gli agenti del Commissariato di San Severo e quelli della Polizia locale hanno avviato la sorveglianza in campagna e lungo via Castelnuovo, nelle vicinanze del luogo dov'è stato notato il pericoloso animale. «Il servizio di pattugliamento - si legge in una nota del Comune - viene svolto ininterrottamente da ieri a tutela della pubblica incolumità», soprattutto in campagna «dove tanti agricoltori questa mattina si sono recati al lavoro.

Sono stati interessati il Servizio Veterinario della ASL ed il Corpo Forestale. Al vaglio anche eventuali denunce di smarrimento presentate in passato da parte di soggetti privati o spettacoli circensi». 

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L'avvistamento. «Mi stavo dirigendo nella mia azienda per portare il cibo al mio cane. Nel cortile ho visto questa ombra nera a terra, seduta. Appena mi sono avvicinato, l'animale ha iniziato a correre verso l'ingresso dell'azienda. Pensavo fosse un cane e volevo offrirgli del cibo. Poi l'animale si è girato verso di me e mi sono accorto che non si trattava di un cane: aveva due denti molti affilati. Improvvisamente è saltato sul cofano della mia auto ed è fuggito nelle campagne». 



È il racconto di Nicola Chiarappa l'operaio che per primo, il 15 gennaio scorso, ha avvistato la pantera nera nella piazzale della fabbrica di fuochi d'artificio alla periferia di San Severo. Le ricerche del felino sono riprese alle prime luci dell'alba di oggi. Intanto dal comune di San Severo fanno sapere di essere in contatto con la base militare di Amendola per poter effettuare le ricerche anche dall'alto con l'ausilio di un drone. «A tutti chiedo prudenza - ha aggiunto il sindaco Francesco Miglio - soprattutto per chi lavora in campagna. Bisogna stare tranquilli, non generare allarmismo e non diramare in rete fotografie non vere».

 

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