Trenta leoni impazziti per il dolore, straziati delle profonde ustioni soprattutto sulle zampe e sul muso e abbandonati per giorni senza cure all'agonia. «Non ho mai visto nulla del genere in 30 anni di attività».
I felini erano ospitati nella fattoria in Sud Africa dedita all'allevamento, infatti, sono stati abbattuti a seguito di un incendio che aveva interessato l'area nei giorni scorsi: nessuno aveva chiamato i soccorsi. Così, quando gli uomini della Spca si sono presentati all'ingresso della fattoria e nonostante i ripetuti tentativi del proprietario di negare loro l'ingresso sono riusciti ad entrare, lo spettacolo, che si sono trovati di fronte, come documentato dalle immagini diffuse dalla stessa organizzazione intervenuta, è stato devastante.
Più della metà dei leoni infatti, oltre ad essere in stato di denutrizione, presentava gravi ustioni. Anche e soprattutto sulle zampe ormai in preda alle infezioni. Tanto che, molti di loro, non riuscivano nemmeno a muoversi. Era evidente, poi, che nonostante l'incendio e le ferite, nessuno aveva pensato a medicare gli animali. A quel punto, l'eutanasia era divenuta inevitabile. E così è stato.
«Il leone, ha sottolineato la Spca, è uno degli animali simbolo del Paese, uno dei nostri "big five". Quello che abbiamo visto e dovuto fare è incredibile e triste». L'allevamento dei leoni in Sudafrica, nonostante le intenzioni del Governo che recentemente aveva dichiarato di volerlo abolire, è una pratica assai controversa. I leoni allevati, infatti, quando non finiscono nel mirino dei cacciatori di trofei, venduti a pezzi, alimentano il mercato della medicina tradizionale cinese e orientale. Dopo l'uccisione dei 30 leoni, al proprietario della fattoria ne rimangono ancora 29.