Roma, lascia il cane nel Suv con 40 gradi, multa da 5mila euro: animale maltrattato

Martedì 9 Marzo 2021 di Marco Carta
Roma, lascia il cane nel Suv, multa da 5mila euro: animale maltrattato

Senza acqua, a una temperatura di quasi 40 gradi. Ha lasciato il proprio cane per più di cinque ore all'interno del bagagliaio del suo Suv costringendolo a una «sofferenza insopportabile». Denunciato dai vigili, ieri mattina, Carlo Alberto Roncolini, romano di 73 anni, è stato condannato dal giudice monocratico a pagare una multa di 5mila euro per maltrattamento di animali.

Doveva recarsi fuori Roma per alcuni servizi. E così ha pensato bene di lasciare in un parcheggio della Romanina il suo fedele Kato, uno splendido esemplare di Rhodesian Ridgeback, razza riconoscibile dalla particolare cresta sul dorso, formata dal pelo che cresce in direzione opposta al resto del mantello.

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L'ABBANDONO
I fatti risalgono al 21 maggio del 2016 quando l'uomo lascia il suo Suv Lexus nel parcheggio coperto di via del Ponte delle Sette Miglia 42. La rimessa, al chiuso, viene utilizzata dai clienti dell'attività commerciale che si trova a fianco, una bottega alimentare. Ma il 73enne, una volta sceso dalla macchina, si allontana senza fare ritorno. Kato, invece, rimane in auto, nel bagagliaio. Sono passate da poco le nove del mattino. Kato, abituato a seguire ovunque il suo padrone, ubbidisce. E, nonostante la sua indole selvaggia - il Rhodesian è chiamato il cane africano cacciatore di leoni - se ne sta tranquillo. Passa il tempo, però, e si fa sempre più nervoso. I finestrini posteriori dell'automobile sono aperti. Kato può respirare, ma la temperatura all'interno del Suv è sempre più rovente, anche perché il parcheggio ha un tetto in lamiera. Il cane ha caldo, fame, sete. E forse deve fare i suoi bisogni. Spazientito, inizia ad abbaiare. I suoi lamenti attirano l'attenzione dei dipendenti della bottega alimentare e dei passanti, che subito contattano i vigili urbani del settimo gruppo, chiedendogli di intervenire. Nell'attesa, i dipendenti del negozio provano a ristorare il cane, che non beve da diverse ore. Cercano di porgergli dell'acqua, sfruttando uno dei finestrini aperti. Ma il tentativo non va a buon fine, come scrivono i vigili del VII Gruppo giunti alle 14,30 circa. «All'interno del veicolo sul sedile posteriore era posizionata una ciotola non raggiungibile però dall'animale». Kato avrebbe voluto bere. Ma non può muoversi dal bagagliaio. Di fatto, è come se fosse in gabbia. «L'animale non aveva la possibilità di uscire fuori - annotano i vigili - in quanto lo schienale del sedile posteriore ne impediva il movimento». Il suo padrone si fa vivo due ore più tardi, intorno alle 16. E cerca inutilmente di giustificarsi: «Il cane è abituato».

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L'ACCUSA
Dalle testimonianze emerge che l'auto era parcheggiata già dal mattino. E l'uomo finisce a processo per maltrattamento di animali, reato punito con la reclusione da tre a diciotto mesi o con una multa da 5mila a 30mila euro. Secondo l'accusa, il 73enne «senza necessità sottoponeva il proprio cane di grossa taglia di razza Rhodesian Ridgeback a sofferenza insopportabile - così si legge nel capo di imputazione - lasciandolo chiuso, all'interno del cofano posteriore dell'automobile di proprietà, parcheggiata in via Ponte delle Sette Miglia per molte ore». Nel corso dell'udienza di ieri, a ricostruire il fatto sono stati i vigili intervenuti sul posto. «La temperatura era molto alta, c'erano almeno 40 gradi». Nei confronti dell'uomo, difeso d'ufficio dall'avvocato Lamberto Gazzoli, il pubblico ministero d'aula, Giovanni Nostro, ha chiesto e ottenuto la condanna al pagamento di 5000 euro. La prossima volta, prima di lasciare solo Kato, ci penserà due volte.

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Ultimo aggiornamento: 08:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA