L'orsa JJ4 è innocente? Ecco la perizia che potrebbe scagionarla: «Lesioni sul runner compatibili con esemplare maschio»

Le impronte dentali rinvenute sul corpo della vittima non sarebbero riconducibili all'orsa catturata. Ecco perché.

Lunedì 8 Maggio 2023
«JJ4 è innocente», clamoroso risultato della perizia della Lega Antivivisezione: non è stata lei a uccidere Papi

Clamoroso colpo di scena sul caso Andrea Papi: secondo quanto sostiene la LEAL (Lega Antivivisezione) non è stata l'orsa JJ4 a uccidere il runner 26enne nei boschi della provincia di Trento. 

Secondo la relazione stilata a riguardo da Aurora Loprete, rappresentante legale di LEAL, sul corpo del giovane corridore trentino sarebbero state rinvenute impronte riconducibili ai denti canini di un orso maschio adulto.

Impossibile, dunque, che quelle zanne possano appartere a JJ4. In caso di conferma delle analisi, ciò significherebbe soltanto una cosa: le autorità trentine hanno catturato l'orso sbagliato. 

Orsa JJ4, la perizia di parte

«La dentatura di un animale, per la medicina veterinaria forense, ha lo stesso valore delle impronte digitali umane, quindi questa perizia smentisce le menzogne raccontate da Maurizio Fugatti», si legge nel post Facebook con cui LEAL ha annunciato l'esito degli esami forensi. La relazione è stata depositata al TAR del Trentino Alto-Adige, il tribunale che la scorsa settimana ha rigettato l'ultima istanza di abbattimento avanzata dalla Provincia. 

Nello stesso comunicato, l'associazione animalista è tornata a chiedere a gran voce l'immediata liberazione dell'animale le dimissioni da parte del presidente della provincia autonoma di Trento e Bolzano. 

La natura dell'attacco: esclusa l'intenzione predatoria

Non c'è solo la questione legata al tipo di impronte dentali rinvenute sul corpo di Andrea Papi. La relazione dell'avvocato Loprete, scritta sulla base dei risultati della perizia veterinaria citata, ha fatto luce anche sui motivi che avrebbero spinto l'orso (qualunque esso sia) ad attaccare il runner nei boschi. 

 

«In merito alla natura dell'attacco, esso è riconducibile a un tentativo protratto di allontanamento e dissuasione da parte dell'orso sulla vittima. Anche relativamente a questo aspetto, le evidenze riscontrate non consentono di classificare l'azione lesiva né come un attacco deliberato, né come una predazione», ha spiegato il legale.

In sostanza, secondo l'avvocato Loprete l'orso avrebbe ucciso il runner nel cercare di allontanarlo, forse perché spaventato dal suo arrivo improvviso tra piante del bosco. Si esclude dunque l'ipotesi che Andrea Papi fosse la preda designata di un attacco predatorio, finalizzato cioé all'accaparramento di cibo. 

Ultimo aggiornamento: 20:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA