Quando è stato notato con una bottiglia di plastica legata con lo scotch intorno al collo, vittima dell’ennesimo atto di crudeltà nei confronti degli animali, ha fatto partire una gara di solidarietà. Cittadini e associazioni – dagli Animalisti italiani ad Earth – hanno iniziato a cercare di liberarlo da quella morsa in cui era stato costretto dal o dai balordi, che lo hanno preso di mira in via Misurina, traversa di via Cortina D’Ampezzo. Ma il gatto non ne voleva farsi sapere di farsi catturare. E così, 24 ore su 24, per una settimana, i volontari lo hanno seguito, aspettando il momento giusto per agire. Alla fine, sono riusciti nell’impresa, togliendogli la bottiglia e restituendogli la libertà che gli era dovuta.
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Ora, però, resta un interrogativo: chi si è divertito a torturare quel micio? E, soprattutto, perché nessuno si è fatto avanti, per dare indicazioni utili a rintracciare l’autore di quel gesto? «Ho lanciato un appello in rete – spiega Emanuela Bignami, degli Animalisti – ma non abbiamo ricevuto nessuna segnalazione». E’ probabile che ad agire non sia stato un singolo, visto che l’operazione di infilargli la testa nella bottiglia richiede l’impiego di più mani. «Chi sa, parli e ci aiuti a dare un volto a chi ha ridotto così il gatto», è l’appello delle associazioni.
marco.pasqua@ilmessaggero.it
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