Cento delfini uccisi alle Faroe, è il più grande massacro da oltre un secolo. «Una femmina era incinta»

Colpiti alla nuca a sangue freddo, così da recidere loro la spina dorsale, i tursiopi delle Faroe, hanno finito di nuotare e giocare liberi per sempre

Lunedì 1 Agosto 2022 di Remo Sabatini
Cento delfini uccisi alle Faroe, è il più grande massacro da oltre un secolo. «Una femmina era incinta»

A guardarli, distesi e allineati sul molo dopo essere stati barbaramente uccisi, viene da piangere. Lacrime amare come quelle versate dal team internazionale di Sea Shepherd che, sul posto per documentare l'ennesima strage andata in scena alle isole Faroe, non ha potuto fare altro che riprendere il massacro e denunciare lo scempio di una tradizione che sembra non avere fine. Stavolta, a morire, come dimostrato dalle immagini riprese dal team che proponiamo, è toccato a ben cento tursiopi.

Tali e quali a quelli che siamo abituati a vedere saltare negli acquari e delfinari di mezzo mondo. Solo che questi, non saltano più. Colpiti alla nuca a sangue freddo, così da recidere loro la spina dorsale, i tursiopi delle Faroe, hanno finito di nuotare e giocare liberi per sempre.

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La strage

Tra gli esemplari, come documentato da alcune riprese che evitiamo di proporre, anche una femmina incinta. Uccisa, quasi mamma, come fosse niente. Con il piccolo già formato cui forse, il destino ha risparmiato quell'orrore. Sì perché di orrore si deve parlare. Un orrore che ha anche stabilito un record. Stando agli stessi dati in possesso delle istituzioni di quelle isole a protettorato Danese, il massacro appena compiuto è il più grande mai registrato nei confronti di questa specie, da oltre 100 anni.

Per ricordare una strage simile ai danni di tursiopi, infatti, bisogna risalire al lontano 1898. Macabro primato che fa il paio con quello dai numeri incredibili avvenuto appena dieci mesi fa quando erano stati trucidati ben 1428 atlantic white-side dolphin, una specie di delfino che conosciamo con il nome di lagenorinco dai denti obliqui, in un colpo solo. Anche allora, come oggi, pressoché decapitati e buttati a morire nelle acque della baia di Skalabotnur. Un eccidio di massa che aveva fatto il giro del mondo emozionando l'opinione pubblica e che aveva fatto sperare in un ridimensionamento della tradizionale caccia ai cetacei. E invece niente.

Il corso da “killer”

Anzi, come denunciato da Sea Shepherd, seguendo un corso pubblico, da quelle parti è possibile ricevere addirittura la certificazione per diventare killer di delfini. Per quanto incredibile possa sembrare, infatti, basta un'oretta di corso che tra l'altro è aperto a chiunque abbia compiuto il sedicesimo anno di età, per ottenere l'autorizzazione ufficiale. "Siamo riusciti ad infiltrare al corso uno dei nostri, ha dichiarato il movimento capitanato da Paul Watson, e abbiamo visto che dopo un'ora in ultima fila dove ci si può tranquillamente addormentare, si ottiene la certificazione. Tra l'altro, è stato sottolineato, senza aver mai toccato né lancia né coltello spinale". Così, con il sudato certificato in tasca, si può finalmente partecipare allegramente alla festa. Una festa di sangue dove si divertono tutti. Meno gli inconsapevoli invitati: i delfini.

Ultimo aggiornamento: 5 Agosto, 08:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA