Dal 1921 al 2021, Lama dei Peligni, in provincia di Chieti, festeggia il lavoro di grande conservazione del camoscio appenninico della Maiella. Qui grazie c'è la colonia di camosci più forte e robusta dell'Appennino, oggi conta oltre 1.500 individui in ottima salute: e da questo posto grazie a biologi e veterinari che lavorano da anni su questo ungulato di montagna, sono partiti gli esemplari fondatori di altre due colonie, quella del Parco Nazionale dei Monti Sibillini e quella del Parco Regionale Sirente Velino.
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Una grande impresa. Tutto iniziò nel 1991 con la Riserva Maiella Orientale, prima ancora dell'istituzione del Parco della Maiella, poi l'avventura proseguì, con risultati anche inaspettati, con la regia del Parco Nazionale della Maiella: furono consolidate misure di monitoraggio e tutela e si fece ricorso a due progetti Life finanziati dalla Commissione Europea, l'ultimo dei quali, 'Life Coornata', fu premiato a Bruxelles tra i migliori progetti di conservazione europei.
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L'area faunistica di Lama dei Peligni, con una superficie di circa cinque ettari, è divisa in cinque subrecinti con diverse tipologie di ambienti: pareti rocciose, boschi e radure, morfologia che consente una facile osservazione degli animali. A servizio dell'area faunistica c'è un centro veterinario. Il camoscio appenninico, dunque, dopo 30 anni di sforzi di conservazione, studi, attività di assistenza agli allevatori che ne condividevano i pascoli, può ritenersi salvo, oltre che simbolo di una sinergia che ha condotto a un successo di conservazione che è anche successo di valorizzazione identitaria per l'Abruzzo e le genti d'Appennino.
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