Rifiuti, buche e clochard all’ex Fiera della Pesca di Ancona. Il restyling? È un sogno

Domenica 26 Febbraio 2023 di Stefano Rispoli
Rifiuti, buche e clochard all’ex Fiera della Pesca. Il restyling? È un sogno

ANCONA  - Da una parte, gli sfavillanti maxi progetti destinati a ribaltare il porto come un calzino. Dall’altra, il degrado dilagante, fra strade disastrate, edifici abbandonati, cumuli di immondizia e clochard. È la teoria che si scontra con la pratica, i sogni che fanno a pugni con la (triste) realtà. Lo scalo del futuro è nel cassetto: ballano più di 200 milioni per i grandi progetti che nei prossimi anni dovranno essere realizzati. Ma intanto ci sono nodi irrisolti che lasciano sbigottiti chi, per lavoro o per un viaggio, passa dalle parti del Mandracchio


Il cantiere


Il primo incontro ravvicinato da brividi, entrando da via Marconi, è con il Mercato ittico, uno scatolone grigio a cui si stanno cambiando i connotati: la nuova struttura dovrebbe essere pronta per settembre, ma si sa già che i lavori non termineranno prima del 2024 per una serie di imprevisti.

L’opera da 3,4 milioni (co-finanziata dalla Regione per 850mila euro) prevede il restyling integrale di un edificio che, al mercato del pesce, abbinerà una funzione ricettiva, con un ristorante da 70 posti e un’area per la riscoperta delle attività storiche dei retatori. Ma mentre si fanno le prove dei rivestimenti esterni color oro, tutt’attorno domina il degrado. 


L’abbandono


Cumuli di immondizia a bordo strada sono il peggior biglietto da visita per i turisti e quanti devono raggiungere la biglietteria per imbarcarsi, passando per una stradina costeggiata da un lato dalla vegetazione incolta - dove spuntano qua e là rifiuti e carcasse di pneumatici- e dall’altra da immobili-fantasma all’ex Fiera della Pesca, come quello del vecchio ristorante che sorgeva su una palafitta. Il porticato, che si era tramutato in un pericoloso ostello per sbandati, è stato puntellato con reti metalliche dalla polizia, proprio per tenere alla larga i disperati che ogni tanto si azzuffavano ed erano una minaccia per camionisti e turisti. Eppure sono evidenti i segni di nuove intrusioni. Accanto all’ex ristorante, poi, s’intravede una canadese: sotto quella tenda alloggia qualche ospite indesiderato, a giudicare dai resti di cibo che la circondano. 


Il recupero 


Il dramma è che per l’ex Fiera della Pesca non è stato ancora definito un progetto di recupero. Sì, c’è un’idea di massima che prevede la realizzazione di un moderno terminal passeggeri: «Stiamo preparando un business plan per un’analisi dettagliata di costi e benefici» ha rivelato Vincenzo Garofalo, presidente dell’Autorità portuale. Ma siamo ancora in una dimensione astratta, mentre il degrado e l’abbandono si toccano con mano. E si sentono, percorrendo via Einaudi e le parti non ancora riasfaltate: strade che assomigliano a tratturi, con buche enormi provocate dal continuo passaggio dei mezzi pesanti, ma pure da decenni di mancata manutenzione. Il Comune aspetta l’Autorità portuale per i finanziamenti, ma senza un accordo la situazione non cambierà mai.

Non a caso, di recente il problema delle voragini è finito al centro di un’interrogazione in consiglio comunale, mentre non si contano gli interventi politici per l’ex stazione marittima. Le gabbie metalliche non sono bastate, si sono dovute smontare le panchine per allontanare i clochard. Sono stati pure blindati i bagni. Il risultato? Un bombardamento di escrementi davanti all’ingresso delle toilette. E adesso il Comune pensa di smantellare la vecchia stazione per creare un percorso dedicato ai bus navetta. Che sia la volta buona? 

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