Bando all’agnello. Via anche le uova. No a formaggi e salumi. Eliminati anche latte e burro e, dunque, le pizze e le torte tipiche della festività. La tavola di Pasqua si ripensa e lo fa in chiave vegana. Basta navigare in Rete per rendersene conto: tutorial, menu e ricette per cambiare la consuetudine pasquale si susseguono, sito dopo sito.
Pasqua, il trend vegano
Una cifra in calo rispetto all’anno precedente, quando i vegani erano il 2,4 per cento, ma più che raddoppiata rispetto alla prima rilevazione, nel 2014, quando erano appena 0,6 per cento. E il fenomeno, secondo gli esperti di Veganok, sarebbe sottostimato. A trainare è la Generazione Z. E i giovani tra i 25 e i 34 anni sono quelli che cercano, con più solerzia, di coinvolgere nella loro scelta amici, familiari, conoscenti. Quale occasione migliore di Pasqua, allora, per ritrovarsi, l’uno accanto all’altro, a tavola a parlare, anche di cibo, magari proprio prendendo spunti da nuove ricette? Via allora la corallina, che cede il passo all’hummus di ceci o fave. No all’agnello, sì al polpettone di legumi. Il formaggio cede il passo al tofu. E così via. Senza dimenticare i prodotti “vegan” che si possono facilmente trovare anche nei supermercati. Tra questi, proposte pasquali, come la colomba 100 per cento vegetale, con uvetta e canditi, ma senza derivati animali. Aumenta il consumo dei prodotti dedicati. E crescono pure le vendite degli alimenti “plant based”: è il 37,9 per cento delle famiglie ad averli acquistati lo scorso anno. «Un pasto vegano si può fare anche a Pasqua, basta ricorrere a legumi e vegetali – commenta lo chef Alessandro Circiello, presidente Federazione Italiana Cuochi - Lazio – ma non si può rendere vegana la tavola della tradizione. Basti solo pensare a uova, corallina, abbacchio, e, nel Lazio, coratella. Insomma, si possono fare altre ricette, giocando magari con forme e consistenze, ma non è possibile replicare in chiave vegana quelle tipiche».
I costi
E c’è anche da fare attenzione, facendo la spesa. «Quando si acquista un prodotto vegan, non sempre si fa la scelta migliore per la salute – prosegue – leggendo gli ingredienti su alcune etichette, si possono notare molti grassi idrogenati che, assunti in grande quantità, sono tutt’altro che salutari». Intanto, online le ricette corrono. E sì perché chi vuole ripensare in chiave vegana la festa, nella maggior parte dei casi deve mettersi ai fornelli. Almeno per ora. Analizzando la presenza di ristoranti, supermercati e festival vegani, nonché la presenza di ristoranti stellati con stella Michelin Verde, LoveHolidays ha stilato la classifica delle trenta migliori città in Europa per una dieta vegana. E sono ben due, Milano e Roma, ad essere entrate nella graduatoria, ma rispettivamente al ventunesimo e al ventiseiesimo posto. Il podio è per Londra, con ben 194 ristoranti, 81 negozi, tre festival e altrettante Stelle Verdi Michelin, seguita da Parigi al secondo posto, e Berlino al terzo. Poi, Barcellona e Amsterdam. Milano ha trentadue ristoranti e sei negozi, nessun festival e due Stelle Verdi Michelin. Roma, più distanziata, ha diciannove ristoranti, nove negozi, nessun festival e una Stella Verde Michelin. Insomma, la strada “veg” da fare è ancora lunga, ma l’Italia si conferma destinazione di gusto per ogni esigenza e palato. Anche a Pasqua.