La carne è un alimento che da tempo si situa al centro di mille polemiche: quanta dovremmo mangiarne? Non sarebbe meglio farne a meno? Una volta ogni tanto va bene? Quella rossa o quella bianca?
Insomma, non si sa con precisione come procedere, ma è ormai un dato di fatto che il consumo e la produzione di carne si ripercuotono negativamente sul nostro pianeta.
«Secondo le stime, il sistema alimentare è responsabile del 34% delle emissioni globali del 2015, ma anche del 70% dell'uso delle acque potabili nel mondo e del 78% dell'inquinamento delle acque. Circa tre quarti della superficie di terra priva di ghiaccio è stata impattata dall'uso umano con conseguente perdita di biodiversità» afferma lo studio del team di Oxford pubblicato sulla rivista NatureFood.
Sai quanti pesticidi mangi ogni giorno con frutta e verdura? Questo calcolatore te la svelerà
Le differenze tra chi mangia più o meno carne
L'obiettivo dello studio è quello di mettere a paragone il diverso impatto che diete con più alti e più bassi consumi di carne hanno sull'ambiente. Circa 55mila persone sono state divise in base alla loro alimentazione: chi mangia più di 100g di carne al giorno, chi ne mangia fino a 50g, mangiatori di pesce e non di carne, i vegetariani e infine i vegani.
I risultati hanno confermato i sospetti di tanti: al crescere del consumo di alimenti di origine animale cresce anche l'impatto sull'ambiente. Le emissioni di CO2 dei vegani sono soltanto il 30% rispetto alle emissioni del gruppo di persone che consumava 100g di carne al giorno. Tuttavia, anche la quantità conta: chi consuma "poca" carne (ovvero meno di 50g) produce la metà di CO2 rispetto a chi ne consuma tanta.
Dunque, scrive il team di Oxford, «per dar da mangiare ad una popolazione globale in aumento e allo stesso tempo non oltrepassare i limiti ambientali che ci tengono al sicuro, è necessario un cambio nelle nostre diete, oltre a ridurre l'impatto del sistema alimentare».