Natale, come riciclare gli avanzi delle feste? Carne, pesce, brodo: la guida per non sprecare

Il 91% delle famiglie italiane alle prese con gli eccessi alimentari di Vigilia e Natale

Lunedì 26 Dicembre 2022 di Valeria Arnaldi
Natale, come riciclare gli avanzi delle feste? La guida per non sprecare cibo

Sarà perché l’abbondanza - non di rado, di fatto, l’eccesso - è la prima “regola” della tavola delle feste: sono stati 2,7 i miliardi spesi dagli italiani in cibo e bevande per cenone della Vigilia e pranzo di Natale.

O perché quando li fai o compri i cappelletti sembrano sempre pochi, ma poi nel brodo diventano spesso troppi. O anche perché, tra casi di influenza e Covid, sono state molte le assenze dell’ultimo minuto. Fatto sta che gli avanzi sono un “classico” delle festività, con cui pressoché chiunque prima o poi si trova a fare i conti. Ancora di più, quest’anno. Lo insegna l’esperienza, lo impone l’esigenza del risparmio: tra effettive risorse ed etica, l’obiettivo è non sprecare. E lo confermano i numeri. In quasi otto case su dieci, ossia il settantasette per cento, infatti, in questi giorni si riciclano gli avanzi delle grandi tavolate natalizie. A dirlo, è un’indagine Coldiretti/Ixè. Appena nel nove per cento delle famiglie non si registrano avanzi. L’undici per cento conserva le pietanze non consumate nel freezer. Il due per cento le dona in beneficenza, l’uno per cento le getta via.

NUOVA VITA
Gli altri si mettono ai fornelli con un po’ di fantasia per proporre nuovi piatti partendo proprio da quelli - già preparati e serviti - della tradizione. Risparmiano così ingredienti e anche energia, visto l’uso inevitabilmente ridotto di forno e fuochi. Abbiamo chiesto consigli ad Alessandro Circiello, chef della trasmissione Rai “Buongiorno Benessere” e portavoce della Federazione Italiana Cuochi. 

Si comincia dai primi - circa 200 i milioni spesi per pasta e pane, secondo i dati Coldiretti - tra lasagne, tortellini o cappelletti in brodo, riso. «Il brodo si conserva senza difficoltà in frigo per una settimana - spiega Circiello - i tortellini già cotti, invece, si possono passare in padella con un po’ di verdure amare, come cicoria o carciofi. In questo modo si reidratano e diventano croccanti». Nessun problema per la lasagna, tipica del pranzo del 25 dicembre, in più di una regione. «È una di quelle pietanze che, il giorno dopo, è ancora più buona - commenta Circiello - Coperta, si mantiene in frigo, a 4 gradi, per quattro o cinque giorni. Va rigenerata prima di servirla, scaldandola in forno a 150 gradi». E per eventuali avanzi di riso, online si trovano tutorial per farlo al salto in padella o preparare arancini e supplì. 

Il cuore della spesa di questi giorni - ben 950 milioni - è stato per carne, inclusi salumi, e pesce. «Si possono preparare ottimi hamburger, associandoli a legumi - afferma Circiello - Si trita il pesce avanzato insieme ai legumi scelti, dopo averli cotti e tritati. Non serve aggiungere altro. Il medesimo procedimento si può adottare con la carne. È un metodo semplice e goloso per non sprecare ciò che è rimasto e per evitare di mangiare pane e pasta, nei giorni successivi alle feste». Tipico della tavola della Vigilia è il baccalà. «Quello avanzato si può usare per preparare uno sformato, con patate o verdure. Diventa un’ottima soluzione come piatto unico per questi giorni. Consente di evitare sprechi e fa bene anche alla salute, dopo gli eccessi del periodo», consiglia lo chef Circiello.

PER I GOLOSI
Altro capitolo chiave sono i dolci - 300 i milioni di spesa - tra panettone, pandoro e quant’altro. «Il panettone avanzato si può tritare, unendolo a cacao amaro e cioccolato fondente fuso. Poi si preparano delle sfere e si mettono in frigorifero a riposare. Si ottengono così dei tartufi al panettone. Si può fare lo stesso con il pandoro e con altri dolci della tradizione, come la pastiera». Non manca chi, in rete, propone ricette in cui panettone e pandoro, a fette, diventano la base di tiramisù in versione natalizia. «Il torrone è ideale per mousse e semifreddi». E per chi la frutta la compra - sono stati 550 i milioni spesi per ortaggi, conserve, frutta fresca e secca - ma poi, arrivato alla fine del pasto, la “dimentica”, niente paura. «La frutta secca in più può essere facilmente caramellata per diventare un eccellente torrone - dichiara Coldiretti - mentre con quella fresca si ottengono pasticciate, marmellate o macedonie». Insomma, con un po’ di attenzione, gli eccessi di Natale possono diventare gli elementi chiave della “dieta” in vista di Capodanno. 
 

Ultimo aggiornamento: 25 Settembre, 15:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA