Sarà perché l’abbondanza - non di rado, di fatto, l’eccesso - è la prima “regola” della tavola delle feste: sono stati 2,7 i miliardi spesi dagli italiani in cibo e bevande per cenone della Vigilia e pranzo di Natale.
NUOVA VITA
Gli altri si mettono ai fornelli con un po’ di fantasia per proporre nuovi piatti partendo proprio da quelli - già preparati e serviti - della tradizione. Risparmiano così ingredienti e anche energia, visto l’uso inevitabilmente ridotto di forno e fuochi. Abbiamo chiesto consigli ad Alessandro Circiello, chef della trasmissione Rai “Buongiorno Benessere” e portavoce della Federazione Italiana Cuochi.
Si comincia dai primi - circa 200 i milioni spesi per pasta e pane, secondo i dati Coldiretti - tra lasagne, tortellini o cappelletti in brodo, riso. «Il brodo si conserva senza difficoltà in frigo per una settimana - spiega Circiello - i tortellini già cotti, invece, si possono passare in padella con un po’ di verdure amare, come cicoria o carciofi. In questo modo si reidratano e diventano croccanti». Nessun problema per la lasagna, tipica del pranzo del 25 dicembre, in più di una regione. «È una di quelle pietanze che, il giorno dopo, è ancora più buona - commenta Circiello - Coperta, si mantiene in frigo, a 4 gradi, per quattro o cinque giorni. Va rigenerata prima di servirla, scaldandola in forno a 150 gradi». E per eventuali avanzi di riso, online si trovano tutorial per farlo al salto in padella o preparare arancini e supplì.
Il cuore della spesa di questi giorni - ben 950 milioni - è stato per carne, inclusi salumi, e pesce. «Si possono preparare ottimi hamburger, associandoli a legumi - afferma Circiello - Si trita il pesce avanzato insieme ai legumi scelti, dopo averli cotti e tritati. Non serve aggiungere altro. Il medesimo procedimento si può adottare con la carne. È un metodo semplice e goloso per non sprecare ciò che è rimasto e per evitare di mangiare pane e pasta, nei giorni successivi alle feste». Tipico della tavola della Vigilia è il baccalà. «Quello avanzato si può usare per preparare uno sformato, con patate o verdure. Diventa un’ottima soluzione come piatto unico per questi giorni. Consente di evitare sprechi e fa bene anche alla salute, dopo gli eccessi del periodo», consiglia lo chef Circiello.
PER I GOLOSI
Altro capitolo chiave sono i dolci - 300 i milioni di spesa - tra panettone, pandoro e quant’altro. «Il panettone avanzato si può tritare, unendolo a cacao amaro e cioccolato fondente fuso. Poi si preparano delle sfere e si mettono in frigorifero a riposare. Si ottengono così dei tartufi al panettone. Si può fare lo stesso con il pandoro e con altri dolci della tradizione, come la pastiera». Non manca chi, in rete, propone ricette in cui panettone e pandoro, a fette, diventano la base di tiramisù in versione natalizia. «Il torrone è ideale per mousse e semifreddi». E per chi la frutta la compra - sono stati 550 i milioni spesi per ortaggi, conserve, frutta fresca e secca - ma poi, arrivato alla fine del pasto, la “dimentica”, niente paura. «La frutta secca in più può essere facilmente caramellata per diventare un eccellente torrone - dichiara Coldiretti - mentre con quella fresca si ottengono pasticciate, marmellate o macedonie». Insomma, con un po’ di attenzione, gli eccessi di Natale possono diventare gli elementi chiave della “dieta” in vista di Capodanno.