A Villalago, 600 abitanti nel cuore d'Abruzzo e tanti romani che ci trascorrono lunghe vacanze estive, si è acceso il cluster più preoccupante di Covid-19: nel centro lacustre, dove spesso questa estate è stata avvistata mamma orsa a spasso con i quattro orsetti, sono stati accertati altri 6 casi che si aggiungono ai 15 già registrati nei giorni scorsi. A contribuire alla diffusione del virus è stata a Villalago, in provincia dell'Aquila, anche e soprattutto la leggerezza con cui si è affrontata l’emergenza: sembra che alcuni dei positivi si siano infettati “coscientemente”, andando cioè a far visita ai parenti che già sapevano essere positivi. «Non potevo non andare a trovare il nonno contagiato, non posso lasciarlo solo» avrebbero detto i parenti al medico.
Una leggerezza che il territorio non può permettersi, perché la diffusione del contagio sta mettendo in seria difficoltà il servizio sanitario e di prevenzione: i posti letto negli ospedali scarseggiano (qualche giorno fa una donna è stata ricoverata dopo quasi quarantotto ore di attesa nel vecchio pronto soccorso), così come scarseggiano i tamponi per il tracciamento. Ieri, infatti, il servizio prevenzione ha dovuto rimandare una serie di test che aveva programmato, perché erano finiti i tamponi. Per oggi dovrebbero arrivarne altri duemila che basteranno con questi ritmi per poco più di una settimana. I pochi tamponi disponibili sono stati riservati così ai sintomatici che sono comunque molti: una metà dei positivi di ieri non era tracciata, ma si è sottoposta a tampone perché accusava sintomi.