Concluso all’hotel Adriatico di Montesilvano (Pescara) il terzo congresso confederale dell’Unione sindacale di base cui hanno partecipato 520 delegati da tutte le regioni italiane in rappresentanza del pubblico impiego, del settore privato e del sociale. Forte l’appello all’unità sindacale lanciato da Paolo Leonardi, membro dell’esecutivo Usb, tema non a caso rilanciato nel titolo del congresso, “La forza dell’unione: solo le lotte possono produrre il cambiamento”. «Rilanciare la confederalità, uscendo da sindacati di base chiusi, entrare nelle vicende di lavoro ed aprire una funzione strategica più ampia, che sia in grado di assumere un ruolo politico» ha commentato proprio Leonardi, elencando gli obiettivi prioritari che l’Usb intende perseguire. Ed ancora: «Rivedere il ruolo della classe operaia per il Paese e difesa del pubblico contro le privatizzazioni». Sforzo che l’Usb dovrà compiere non senza una riorganizzazione delle strutture interne, ha sottolineato, a fronte di un movimento che «ha registrato una crescita impetuosa».
L’appello alla forza dell’unione fatica tuttavia a trovare ascolto dalle sigle confederali. «Abbiamo più di un nemico: i padroni, i governi e Cgil, Cisl e Uil che temono la nostra crescita e tendono a chiuderci le porte» ha spiegato ancora Leonardi, pronto a marcare la differenza di vedute e di azione.
«La precarietà dei lavoratori invisibili sta facendo la differenza: loro non incontrano mai il sindacato e siamo noi ad andare loro incontro. Tanti si rivolgono a noi quando sono ormai all’ultima spiaggia e sono più disponibili al conflitto perchè non hanno più nulla da perdere» ha aggiunto. «Pensiamo agli stagionali: se va in porto il pensionamento sulla base dei contributi versati, chi lavora tre mesi l’anno cosa potrà ottenere?». Idee chiare, in casa Usb, anche sul reddito di cittadinanza: «Siamo favorevoli a questo strumento che è fondamentale soprattutto nel Sud ed è certamente migliorabile. Come pure ci battiamo per il salario minimo legale: finchè ci saranno salari bassi non c’è possibilità di rilanciare l’occupazione» ha commentato il sindacalista, non nascondendo il timore overo il rischio di rivolte sociali se verranno a mancare sostegni concreti alle fasce sociali più deboli, «tanto più se verrà portata avanti l’autonomia differenziata».
Durante l’assemblea congressuale sono stati rinnovati gli organismi direttivi del sindacato ed è stato fatto il punto sulle iniziative in vista dello sciopero generale nazionale proclamato dal sindacalismo di base per il 2 dicembre, e della manifestazione nazionale che si terrà a Roma sabato 3 dicembre.
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