Presi i presunti responsabili dell'omicidio del giovane di 16 anni di Pescara trovato morto ieri sera, tra le sterpaglie, in un parco del centro di Pescara. Si tratta di due minorenni italiani di 15 e 17 anni: uno è figlio del comandante di una stazione carabinieri della provincia, l'altro di un noto avvocato. Ora si cerca l'arma del delitto, presumibilmente un coltello da sub, che non è ancora stata trovato. Si sta cercando in mare, sulla riviera nord di Perscara. Il sedicenne ucciso Thomas Christopher Luciani aveva un precedente per droga.
Le 25 coltellate
La vittima, stando alle prime informazioni, sarebbe stata raggiunta da 20 -25 coltellate. I due avrebbero continuato a colpirlo anche quando il giovane era già esanime a terra. All'origine dei fatti, un debito di droga di poche centinaia di euro: forse 200 o 250. Non è chiaro, al momento, se i due minorenni siano entrati in azione con l'intento di uccidere o se si sia trattato di una lite finita male o di un vero e proprio agguato.
Il contesto in cui è maturato il delitto sarebbe quello del piccolo spaccio di droga tra giovanissimi. Secondo una prima ricostruzione, l'omicidio è avvenuto alle 18,30 di ieri pomeriggio nel parco Baden Powell. Abbandonato tra le sterpaglie, il corpo del ragazzo 16enne è stato trovato solo attorno alle 21, dopo che al 112 erano arrivate diverse chiamate di allarme dei residenti. Secondo quanto trapelato fino ad ora, dopo il delitto i due ragazzi fermati sarebbero andati a fare il bagno al mare. Lì, presumibilmente, si sarebbero disfatti del coltello utilizzato. Per recuperare l'arma sono al lavoro i sommozzatori dei vigili del fuoco giunti dalle Marche: stanno scandagliando il fondale della riviera Nord .
LE DOMANDE
La vittima è morta in quel parco o ci è stata portata successivamente? Chi ha agito ha avuto dei complici? Cosa ha scatenato la lite sfociata in tragedia? La vittima sarebbe stata attirata in una zona non sorvegliata del parco e colpita ripetutamente con il coltello. Poi il corpo è stato abbandonato, sotto le sterpaglie, vicino al muro della ferrovia che delimita l'area verde. Il giovane sarebbe stato affrontato da sette, otto ragazzini, ripresi dalle telecamere del parco e in prossimità di uno stabilimento balneare dove il gruppo si è recato dopo il delitto. Sul posto ieri sera è arrivato il medico legale Cristian D’Ovidio: ha confermato la morte per accoltellamento con una lama dentellata, «un coltello da sub». Sul posto è intervenuto anche un mezzo dei vigili del fuoco. Il campetto sul retro del parco è stato illuminato a giorno dai riflettori. Intorno alle 23,30 ieri sera, l’arrivo del procuratore capo Giuseppe Bellelli accompagnato da colleghi della Procura e della procura minorile con il procuratore Mancini. Le indagini sono svolte dalla squadra Mobile, cordinate dal vice questo Mauro Sablone.
LO SPACCIO
Spacciatori giovani, baby gang che si contendono le piazze cittadine dello spaccio e che già in questo scorcio di inizio estate si sono resi protagonisti di aggressioni sulla riviera. Il grande piazzale della stazione centrale si trova a meno di duecento metri in linea d’aria dal parco Baden Powell teatro dell’omicidio ed è in questa zona che ogni sera si consumano traffici di ogni genere, è lì che le bande si danno appuntamento per i loro loschi traffici.
La fuga dalla comunità
Thomas Luciani era fuggito venerdì scorso dalla comunità di Isernia dove era su disposizione dei giudici a seguito di una piccola condanna per piccoli reati. Il ragazzo ucciso ieri sera era stato quindi qualche giorno allo sbando. Nel programma rieducativo doveva frequentare un laboratorio per parrucchieri a Campobasso. Secondo quanto si è appreso negli ultimi due anni il ragazzo aveva dato qualche problema anche ai servizi sociali di Rosciano, il paese del pescarese dove viveva dall'età di tre anni con la nonna dopo essere stato abbandonato dai genitori. «Una comunità sconvolta», ammette il sindaco di Rosciano Simone Polozzi