Uccise il padre durante una lite, lascia il carcere dopo un mese

Martedì 16 Luglio 2019 di Teodora Poeta
Uccise il padre durante una lite, lascia il carcere dopo un mese
Giuseppe Di Martino, il 46enne indagato per l’omicidio volontario del padre Giovanni, è tornato nella casa a Silvi Marina, agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico. Con lui c’è sua madre Anna, che proprio pochi giorni fa aveva ottenuto il permesso per andare a fagli visita in carcere. Ieri, il Tribunale del Riesame dell’Aquila ha accolto l’istanza presentata dal difensore del 46enne, l’avvocato Marco Pierdonati, in cui punto per punto ha motivato le ragioni dell’insussistenza delle esigenze cautelari in carcere dovute, secondo il gip che il 17 giugno ha convalidato il fermo, al pericolo concreto e attuale di fuga di Giuseppe e alla possibile reiterazione del reato per la sua spiccata pericolosità.

Sotto sequestro restano i due documenti d’identità dell’architetto 46enne, il passaporto italiano e quello svizzero, mentre emerge un altro particolare importante: Giuseppe aveva già la residenza a Silvi. I suoi contatti con l’estero, a quanto pare, erano del tutto cessati da tempo, anche con il Brasile, non risultano neanche contatti telefonici, e tra le sue intenzioni c’era forse quella di acquistare un terreno in Calabria per iniziare lì una nuova attività lavorativa. Pure con il fratello, che vive in Svizzera, aveva perso i rapporti e non si frequentava più da diverso tempo. L’unico riferimento di Giuseppe era ed è sua madre che quella sera tra il 13 ed il 14 giugno voleva difendere dal padre. Per la difesa a far scatenare la discussione sarebbe stata la decisione di Anna Ramogida e del figlio di trasferirsi a Domodossola perché lei stanca di subire continue vessazione fisiche e psichiche da parte del marito. Così, quando Giuseppe, dal piano superiore della casa, sente le voci e i rumori, si affaccia e vede entrambi i genitori a terra. Lui scende e Anna racconta di essere stata presa a schiaffi e tirata per i capelli dal marito.

A quel punto il padre, convinto che il figlio voglia convincere la moglie ad andarsene di casa per sempre, comincia una discussione con Giuseppe che finisce in una colluttazione. Ma anche Giuseppe riporta delle ferite alla faccia, ad un braccio, al collo e al ginocchio, refertate al pronto soccorso dell’ospedale di Atri. Alla fine Giovanni cade tre volte a terra, una di queste è proprio quella insieme alla moglie, poi cade durante il litigio col figlio, quando va a sbattere contro un tavolinetto nella sala. Ma ci sono le prove dei tentativi di rianimazione fatte dal figlio con Anna che va nel panico mentre Giuseppe chiede alla madre di prendere un asciugamano per tamponare il sangue. Poi la corsa al pronto soccorso e il figlio che, come ribadisce la difesa, non si è mai sottratto alla giustizia, non si è dato alla fuga, né ha occultato il corpo del padre. Le motivazioni del Riesame si conosceranno tra tre giorni.
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