Morta l'albergatrice ustionata dopo aver acceso il fuoco per bruciare resti di potature

Martedì 22 Giugno 2021 di Tito Di Persio
Morta l'albergatrice ustionata dopo aver acceso il fuoco per bruciare resti di potature

Non c’è l’ha fatta Anna Maria Crisari, la 70enne titolare dell’Hotel ristorante Concorde, che nel pomeriggio di sabato, a Sant’Egidio alla Vibrata, in provincia di Teramo, era rimasta coinvolta in un incendio di sterpaglie e grano. E’ morta ieri mattina presto, verso le 6.30, nel centro di terapia intensiva al Centro grandi ustionati del Cardarelli di Napoli. Le sue condizioni ai soccorritori era apparse subito gravi: aveva riportato ustioni di primo e secondo grado sul 90% del corpo. Dopo averla trasporta all’ospedale di Sant’Omero, sedata e intubata, i sanitari, con una corsa contro il tempo, hanno cercato  un centro specializzato. Nella stessa sera era arrivata la disponibilità dal nosocomio campano. A partire subito per Napoli anche le figlie, Gina e Rosa, che purtroppo non sono riuscite a vedere la loro mamma ancora in vita. Perché, come da prassi per il Covid,  il personale medico napoletano, per salvaguardare la paziente e tenerla in un ambiente sterile almeno per le prime 72 ore (le più critiche) hanno vietato le visite.

Purtroppo tutti gli sforzi sono risultati vani.

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Poi c’è stato anche un piccolo giallo: la 70enne mentre doveva ripartire per l’Abruzzo, con data e orario del funerale già stabilito, un pm campano ha stoppato tutto, e si è preso 24 ore di tempo per decidere se firmare l’autorizzazione della restituzione della salma alla famiglia per la sepoltura o far fare l’autopsia. Nel contempo si sta facendo chiarezza su quanto è accaduto. L’imprenditrice per bruciare delle sterpaglie e rami secchi di una potatura fatta settimane addietro, in un fazzoletto di terreno tra Viale Kennedy e via M. Buonarroti a Sant’Egidio alla Vibrata, proprio dietro la sua struttura recettiva, avrebbe usato del liquido infiammabile, molto probabilmente benzina. Liquido che come racconta il sindaco di Sant’Egidio Elicio Romandini, - dopo aver consultato un esperto del settore – sarebbe evaporato per le alte temperature impregnando i vestiti della donna. «E lei quando è andata ad accendere la catasta di sterpaglie un ritorno di fiamma l’ha completamente investita». A strapparla alle fiamme è stato un passante coraggioso attirato dalle strazianti urla della donna, che comunque ha riportato ustioni di primo e secondo grado sul 90% del corpo.

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Sul posto, in breve tempo, arrivarono i vigili del fuoco di Nereto con un’autopompa, un fuoristrada con modulo antincendio e un’autobotte inviata da comando provinciale di Teramo, che in poco tempo riuscirono ad estinguere il fuoco. Che comunque aveva già incenerito oltre mille metri quadri di coltivazione di grano. «Porto la mia vicinanza ai famigliari per la grave perdita e l’affetto di tutta la mia comunità», dice Romandini. E ne approfitta per avvisare i suoi concittadini che è vietato da un’ordinanza comunale in questo periodo accende fuochi, e nel periodo che è permesso di farlo ma senza utilizzare del liquido infiammabile perché è riservato a mani esperte e gente preparata con tanto di certificazione per farlo. Anna Maria Crisari era un’imprenditrice molto conosciuta e stimata in tutto il territorio della Val Vibrata. Centinaia i messi di cordoglio ai suoi famigliari sotto i profili social. Lascia due figlie Gina e Rosa che lavoravano al suo fianco nell’attività di famiglia. Sulla vicenda indagano i carabinieri della locale stazione e della compagnia di Alba Adriatica che anche ieri hanno ascoltato come persone informate sui fatti alcuni dipendenti dell’hotel presenti nel momento della tragedia.
 

Ultimo aggiornamento: 08:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA