Sul tentato stupro e rapina con lesioni gravi nel centro storico dell'Aquila, fatto accaduto il 7 giugno scorso, al via il processo nei confronti del presunto responsabile.
Difesa dello straniero che non ha convinto né il pm né lo stesso Gip che, sulla scorta dei precedenti specifici del giovane (considerato come un soggetto pericoloso, noto alle forze dell’ordine per casi di spaccio di sostanze stupefacenti ma anche per aver posto in essere aggressioni in generale) e della richiesta dello stesso pm Cellini, ha disposto la permanenza in carcere a Velletri.
La ragazza selvaggiamente picchiata (con oltre quaranta giorni di prognosi) è stata costretta a subire anche un intervento chirurgico per porre rimedio alle gravi lesioni riportate: pugni e calci talmente forti e ripetuti che gli investigatori hanno rinvenuto sul luogo dell’aggressione un anello spaccato, riconducibile al 29enne egiziano, con scritte in arabo. Il tutto per rubare alla fine i 50 euro che la giovane aveva prelevato poco prima da un bancomat lungo il Corso, soldi che teneva custoditi dentro al portafoglio. La furia del giovane sarebbe stata scatenata dal rifiuto della ragazza alla richiesta di un rapporto sessuale. Nel corso delle indagini gli investigatori della Squadra mobile hanno appurato come l’imputato sia stato ospite fino alla maggiore età in un centro di accoglienza per minorenni, uno dei tanti presenti in città e nella periferia. Lo stesso aveva trovato riparo poi all’interno dell’ex ospedale psichiatrico a Collemaggio, diventato luogo di degrado e di abbandono.