Muore a 49 anni agente di polizia penitenziaria: si chiamava Gabriele D'Ambrosio ed era di Roseto.
«Sono letteralmente sconvolto», dichiara un suo caro amico e compagno di scuola. Poi racconta che si era visto con Gabriele una quindicina di giorni fa e che lo aveva visto molto provato e dimagrito. Allora gli ha chiesto cosa gli fosse successo. E che lui gli aveva raccontato che circa otto mesi fa era stato contagiato dal virus e che a causa del long Covid aveva perso circa 20 chili, si sentiva molto debole, aveva dei dolori forti e che stava prendendo 22 diverse medicine al giorno.
«Mi raccomando non mollare gli dice l'amico noi della classe 72 siamo tosti». E lui risponde: «Ci mancherebbe, supereremo anche questa». Purtroppo le cose hanno preso una piega diversa. «Abbiamo perso davvero una bella persona», dice un altro compagno e riferisce anche a lui Gabriele aveva raccontato la storia del Covid, ma che era anche in attesa di un trapianto al fegato. «Adesso sottolinea questo compagno non so se il problema del trapianto era antecedente al virus o a causa. Sinceramente non ho avuto il coraggio di chiederglielo». Infine ricorda che anche il papà dell'agente era morto circa alla sua età. «Una vera tragedia per i famigliari», conclude. «Era un grande professionista sul lavoro ed un uomo molto riservato», palesa un collega. In una nota Giuseppe Merola, coordinatore regionale Fp Cgil Abruzzo Molise, funzioni centrali (Ministeri e Sicurezza): «Esprimiamo cordoglio e vicinanza ai suo congiunti con l'amarezza per la perdita di un altro giovane agente di polizia penitenziaria». Gabriele lascia la moglie Alessia, la figlia Alice, la mamma Annamaria, il fratello Gianfranco e la sorella Sabrina. I funerali avranno luogo oggi alle 16 nella chiesa parrocchiale di San Francesco, quartiere dei Poeti a Pineto.