Aveva approfittato di un viaggio in Argentina per sottrarre la figlia di 4 anni al compagno, M.C.C., aquilano di 52 anni (assistito dall'avvocato Maria Teresa Di Rocco).
Salvo l'eventuale decisione di ricorrere in Cassazione da parte dell'imputata, si è conclusa la dolorosa vicenda giudiziaria con respiro internazionale avviata dal papà delle minorenne nel 2014 per poter riavere la figlia piccola, portata via dalla compagna dall'Aquila con la scusa che sua mamma in Argentina era malata. La donna con la piccola aveva prenotato biglietto anche per il ritorno. Arrivata tale data, la mamma ha fatto presente al compagno prima l'intenzione di voler procrastinare il rientro in Italia, successivamente di non farvi più ritorno. A nulla erano valsi i tentativi di parenti e amici della donna di farla ragionare.
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L'uomo aveva poi scoperto come la ex compagna già da qualche tempo, avesse deciso di licenziarsi dal lavoro all'Aquila. Di qui la denuncia negli uffici della Squadra mobile della Questura. L'avvocato Maria Teresa Di Rocco, dopo aver attivato le procedure regolamentate dalla Convenzione dell'Aia, è riuscita nel giro di un anno a fare emettere dal giudice di Mercedes (Argentina) una sentenza che ha obbligato la donna a restituire la bambina al compagno, volato nel 2021 immediatamente in Argentina per riportarla in Italia. Nella richiesta di risarcimento danni (quantificati in decine di migliaia di euro) la parte offesa ha evidenziato non solo i costi supportati per andare e tornare dal paese sudamericano ma anche quelli morali essendo stato privato per circa un anno dell'affetto della minore. Nell'atto di costituzione si fa riferimento ai danni psicologici subiti anche dalla ragazzina (oggi 13enne) a causa del forzoso allontanamento.