Messina Denaro in carcere all'Aquila: cure in una cella adibita a infermeria

Non ci saranno, almeno in questa fase, trasferimenti verso l’ospedale San Salvatore

Martedì 17 Gennaio 2023 di Stefano Dascoli
Il carcere dell'Aquila

L’AQUILA - Matteo Messina Denaro, il boss della Mafia catturato dopo oltre trent’anni di latitanza, ha trascorso la prima notte in carcere della sua vita nella struttura di massima sicurezza dell’Aquila, “Le Costarelle” di Preturo, a pochi chilometri dal capoluogo d’Abruzzo, dove sarà sottoposto a tutte le cure necessarie per la patologia, il tumore al colon, di cui è affetto.

All’Aquila è arrivato poco prima dell'una della notte dopo il trasferimento a bordo di C-130 dell’Aeronautica atterrato all’aeroporto di Pescara. Poi il viaggio verso L’Aquila, scortato dai carabinieri.

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Perché è stato scelto il carcere dell'Aquila

Il carcere dell’Aquila è stato scelto per una serie di ragioni. In primis logistiche e di sicurezza, perché le vie d’accesso alla città sono facilmente monitorabili e bloccabili.

In secondo luogo il penitenziario aveva disponibilità di posti nell’ala riservata al 41bis, per i detenuti ristretti in condizioni di massima sicurezza. Infine, fattore decisivo, la presenza in città di un centro oncologico ospedaliero di buon livello.

E infatti stamattina Messina Denaro è stato già visitato dai medici oncologi del posto, per avere notizie più certe sulla sua storia clinica e abbozzare un protocollo d’intervento. L'equipe ha confermato la compatibilità delle sue condizioni di salute con il regime detentivo. 

 

La cella adibita a infermeria

Il carcere dell’Aquila è già attrezzato con una cella adibita a infermeria: qui Messina Denaro sarà curato, ma va chiarito che la stanza è a disposizione di tutti gli altri detenuti che necessitano di interventi medici, non si tratta, insomma, di un trattamento particolare. Non ci saranno, insomma, almeno in questa fase, trasferimenti verso l’ospedale San Salvatore del capoluogo.

A sovrintendere sull’operazione e sulle procedure anche il Garante abruzzese per i detenuti, Gianmarco Cifaldi: «Mi sono sincerato, in accordo e collaborazione con Asl e struttura penitenziaria, che tutto fosse a posto per garantire il diritto alla salute del detenuto».  


Una struttura, quella dell’Aquila, abituata a ospitare boss e capiclan. L’elenco è lunghissimo: Michele Greco, Giovambattista Pullarà, Francesco Schiavone detto “Sandokan”, Leoluca Bagarella, Salvatore Madonia, Felice Maniero, Raffaele Cutolo, Gaspare Spatuzza, Michele Zagaria, Antonio Iovine, Sandro Lo Piccolo, Giovanni Brusca, fino alla brigatista Nadia Desdemona Lioce. Non sono mai stati all’Aquila, nè Totò Riina nè Bernardo Provenzano. Fino a Messina Denaro, ultimo degli stragisti. 

Ultimo aggiornamento: 18 Gennaio, 11:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA