Madre e patrigno condannati per gli abusi sulla figlioletta. L'Aquila sotto choc

Venerdì 4 Febbraio 2022 di Marcello Ianni
Madre e patrigno condannati per gli abusi sulla figlioletta. L'Aquila sotto choc

Per dieci anni, a cominciare dall'età di 6 anni, sarebbe stata costretta a subire le angherie non solo della madre che in più di un'occasione l'ha apostrofata con insulti, ma anche le avances del patrigno che l'avrebbe palpeggiata su una gamba con l'intento di arrivare alle parti intime.

La storia di presunti abusi psicologici e fisici è stata recentemente affrontata dal Tribunale dell'Aquila che ha inflitto ad una coppia la condanna a 2 anni e 2 mesi di reclusione ciascuno per i comportamenti riservati soprattutto dalla madre della ragazzina (oggi maggiorenne) quando la figlia aveva sei anni.

Un quadro accusatorio da far rabbrividire quello raccolto dai carabinieri della stazione dell'Aquila che in tempi rapidissimi ha spinto la Procura della Repubblica anche ad emettere una misura cautelare per la coppia, allontanata dalla figlia. La donna era accusata di aver aggredito in più di un'occasione con insulti e offese la figlioletta, definendola una poco di buono e altro. Aggressioni anche fisiche con schiaffi e pugni anche per motivi del tutto insignificanti, a causa di scatti d'ira, che per la minorenne si erano tradotti in lividi, ed ecchimosi. Una bambina costretta ad occuparsi delle faccende domestiche «senza poter uscire se non per andare a scuola o per commissioni domestiche».


Un giorno (tra gli episodi che sono stati contestati) la ragazza, diventata più grande, era andata a casa del fidanzato (con il consenso dei genitori di quest'ultimo) ricevendo la telefonata di sua madre la quale perentoriamente l'aveva minacciata che «se entro dieci minuti non si fosse ripresentata a casa l'avrebbe picchiata», telefonata che si era conclusa con l'offesa alla ragazza, entrata ormai nel lessico della donna, quella di essere una prostituta. La giovane a quel punto non gli era rimasto da fare che farsi riaccompagnare sul luogo di lavoro, dove ad attenderla c'era la madre che aveva aperto lo sportello della macchina trascinandola per un braccio fuori, tra lo sguardo sgomento del fidanzato della parte offesa.


Dulcis in fundo tra i reati cointestati e che hanno portato il Tribunale ad emettere la sentenza di condanna per la coppia, una violenza sessuale che la giovane (all'età di 14 anni) sarebbe stata costretta a subire durante il tragitto in macchina condotta dal patrigno, da San Demetrio all'Aquila. L'uomo le avrebbe palpeggiato le gambe nel tentativo di arrivare alle parti intime, circostanza che sarebbe stata evitata per il rifiuto deciso della minorenne. Alla fine la testimonianza della parte offesa sia pure in alcuni tratti ridimensionata ha convinto il Tribunale (insieme alle testimonianze raccolte dai genitori del fidanzato e dei vicini di casa della coppia) ad emettere una sentenza di condanna meno afflittiva rispetto a quella che era stata richiesta in aula dal pubblico ministero titolare del fascicolo: 5 anni di reclusione per lui e 4 anni di reclusione per lei.

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