L’Aquila, due vite stroncate entrambe legate al 6 aprile

Martedì 17 Novembre 2020 di Federica Farda
Il 6 aprile 2009. Foto Renato Vitturini

L’AQUILA  Il loro 6 aprile 11 anni fa luttuoso per una, di svolta per l’altra. L’altro “6 aprile” oggi, triste epilogo per entrambe. Una singolare coincidenza accomuna le vite di Fiorella Tomei e Marilena Giansante. Ieri Tornimparte, nella chiesa di San Nicola, ha salutato la sua Marilena, domani L’Aquila nella chiesa del Cimitero saluterà Fiorella. Un saluto ideale, in ambo i casi, dato il periodo. Hanno detto addio alla vita terrena a un giorno una dall’altra mentre la città è immersa in un’altra tragedia: la pandemia.
La contemporaneità della morte sembra voglia riportare indietro le lancette alla Tragedia aquilana e, in sostanza, riattualizzare ciò che è sospeso sullo sfondo.

Fiorella Tomei il 6 aprile 2009 perse la figlia Claudia, promettente avvocato, nel crollo della casa di via XX settembre.

Un mondo quasi arrivato al capolinea se non fosse stato per l’amore verso l’altra figlia, Ilaria e il “suo” regalo Thomas, e il marito. Alla città che doveva odiare, perché il suo tremore le ha stappato il bene più caro, è rimasta aggrappata, complice una peculiarità del capoluogo abruzzese: la musica e il prestigio delle sue istituzioni.

Era, infatti, una colonna, sarebbe meglio dire una nota, portante dell’Istituzione Sinfonica abruzzese: fu la prima dipendente assunta e nella famiglia musicale aquilana è rimasta oltre quarant’anni ricoprendo l’incarico di responsabile di produzione.

Marilena Giansante, al contrario, quel 6 aprile 2009 l’aveva salutato con gioia. Titubante, sì, per le scosse, il parto precipitoso e non proprio agevole ma in quella data mise al mondo il suo secondo figlio. Ingrandì la famiglia non all’ospedale dell’Aquila dove era ricoverata in attesa del travaglio ma a quello di Rieti. All’alba, dopo le prime scosse, la fuga tra i calcinacci del San Salvatore.

Aiutata dalla mamma e dal marito si fece portare al San Camillo de Lellis nel capoluogo della Sabina dove, nel pomeriggio, appese nella sua camera il fiocco azzurro. Un nuovo inizio quel 6 aprile, la vita che gli si spalancava. Che è continuata in questi undici anni tra il duplice impegno di mamma, di moglie. In passato era stata amministratrice comunale, perché anche Marilena si era spesa per la sua comunità. Il senso civico la portò a fare esperienza politica e tra il 1997 e il 2001 ricoprì l’incarico di consigliere comunale a Tornimparte.

Oltre la famiglia il presente era fatto del suo lavoro: era dipendente della Sanofi. Ironia della sorte ha voluto la sua prematura dipartita a 45 anni mentre le aziende farmaceutiche sono impegnate in un’altra lotta quella al Covid e il territorio è ripiombato in un’altra tragedia che sta di nuovo stravolgendo la vita dei cittadini, compresa la possibilità di dare l’estremo saluto ad amici e parenti non stretti, come è avvenuto per Fiorella e Marilena.

Federica Farda 

Ultimo aggiornamento: 18:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA