Truffa dei bonus, indagato imprenditore di Tortoreto

Martedì 1 Febbraio 2022 di Teodora Poeta
Truffa dei bonus, indagato imprenditore di Tortoreto

«Ho approfittato, sono diventato uno squalo». Fanno rabbrividire le frasi intercettate dagli uomini della Guardia di finanza di Rimini in cui si sentono imprenditori parlare al telefono della pandemia e sostenere, ridendo, che «l’inizio del coronavirus ha portato bene». A loro, forse, che truffando erano già riusciti a riempire valigie di soldi contanti, tanto da dire: «Non so più dove andare ad aprire i conti correnti in giro per il mondo». C’è anche un teramano coinvolto in questa maxi frode da 440 milioni di euro per la quale in 8 sono finiti in carcere e 4 ai domiciliari mentre nei confronti di 20 imprenditori è stata disposta l’interdizione all’esercizio di impresa e per 3 commercialisti l’interdizione all’esercizio della professione.

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LA MISURA Ieri mattina nelle regioni interessate dall’inchiesta sono state eseguite 80 perquisizioni, una di queste proprio a Tortoreto, in provincia di Teramo, dove risiede l’unico indagato teramano, Francesco Roccetti, amministratore del Gruppo imprenditoriale di investimenti srl, società che si occupa della compravendita di beni immobili effettuata su beni propri, al quale è stata notificata la misura dell’interdizione all’esercizio d’impresa. Per gli inquirenti le persone coinvolti sono ritenute «componenti di un articolato sodalizio criminale con base operativa a Rimini, ma ramificato in tutto il territorio nazionale, responsabile di aver creato e commercializzato falsi crediti di imposta» per un ammontare appunto di 440 milioni. Soldi stanziati dallo Stato per aiutare le imprese e i commercianti in difficoltà a causa della pandemia, finiti invece in modo illecito nelle mani di professionisti, imprenditori e commercialisti che non ne avevano diritto attraverso la creazione e la commercializzazione di falsi crediti d’imposta con il sismabobus, il bonus facciate e le altre misure introdotte con il decreto Rilancio del 2020.

La società amministrata da Roccetti, per esempio, secondo la ricostruzione della Procura riminese, avrebbe utilizzato per commercializzarli crediti d’imposta ricevuti a sua volta da una delle società cardini di tutta l’organizzazione.

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GLI INDAGATI Complessivamente sono 78 le persone indagate, mentre sempre ieri le fiamme gialle hanno eseguito una serie di sequestri di falsi crediti, beni e assetti societari per il reato di indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato. Tra gli indagati, in 9 avevano presentato domanda di reddito di cittadinanza e 3 avevano precedenti di polizia per associazione a delinquere di stampo mafioso. I soldi già guadagnanti con la truffa erano stati reinvestiti in attività commerciali, ma anche convertiti in criptovalute o utilizzati per l’acquisto di lingotti d’oro. Dalla ricostruzione degli investigatori è emerso che i crediti d’imposta per i bonus locazioni, il sisma bonus e i bonus facciate venivano fittiziamente generati tramite professionisti compiacenti che reperivano società attive in grave difficoltà economica o ormai decotte, utili alla creazione degli indebiti crediti d’imposta; con la sostituzione del rappresentante di diritto di queste società con un prestanome; dichiarando di aver pagato canoni di locazione superiori agli effettivi o effettuato lavori edili mai iniziati oppure cedendo i crediti d’imposta a società compiacenti e dopo il secondo passaggio a società terze inconsapevoli così da rendere più difficile la ricostruzione.

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