Il Gran Sasso, "l'Artico italiano", ospita le strumentazioni per il Polo Nord

Venerdì 29 Gennaio 2021 di Sabrina Giangrande
operazioni di installazione sul Gran Sasso

L'AQUILA. La posizione geografica, le condizioni meteo-climatiche talvolta estreme, rendono il Gran Sasso, massiccio montuoso più alto degli Appennini, il luogo idoneo per testare materiali, cercare soluzioni tecniche e apportare modifiche a strumentazioni che dovranno lavorare in ambienti polari per lunghi periodi. A rendere noto l’esperimento è l’Università La Sapienza di Roma che, con il supporto di enti e istituzioni territoriali, ha avviato a metà dicembre un test per alcune strumentazioni che successivamente verranno installate in Artico. Non è la prima volta: precedentemente anche l’Osservatorio di Campo Imperatore era stato utilizzato come base sperimentale prima di una missione in Antartide.


«La zona interna dell’Abruzzo- spiega il ricercatore Vittorio Pasquali, della Facoltà di Medicina e psicologia che si occupa di biologia del comportamento ed adattamento animale agli ambienti estremi - è caratterizzata da un clima continentale che presenta comunque diversi microclimi dovuti alla presenza di massicci montuosi (Gran Sasso, Majella e Sirente-Velino) e altopiani (Cinque Miglia, delle Rocche e Campo Imperatore), la sua posizione centrale nonché l’esposizione, rendono il massiccio del Gran Sasso, uno spartiacque fra i due versanti dell’Appennino, oltre a influenzare fortemente le perturbazioni che attraversano l’Italia centrale, contribuendo a creare zone caratterizzate da abbondanti precipitazioni piovose e nevose, non a caso vi si trova il più meridionale dei ghiacciai d’Europa, il Calderone.

Altra caratteristica che contraddistingue il massiccio sono i venti, costantemente presenti e di forte intensità».


«Per trovare condizioni simili ma al livello del mare- insiste il ricercatore -, dobbiamo spostarci a nord, sino in Artico, a Ny-Alesund isole Svalbard, dove, nella base gestita dal Cnr “Dirigibile Italia” l’Italia è presente da oltre trent’anni e numerosi ricercatori si alternano per svolgere studi nell’ambito della fisica dell’atmosfera, chimica e inquinamento, cambiamenti climatici, idro-geologia, glaciologia, oceanografia, ecologia, psicobiologia, la Sapienza è presente da anni con diversi gruppi di ricerca». Nel corso della campagna artica 2021 del Cnr, in programma per l’estate prossima, Pasquali «installerà dei nuovi sistemi di monitoraggio sviluppati insieme ai colleghi Leccese e Cagnetti del Dipartimento di scienze dell’Università “Roma Tre”; sistemi che dovranno operare in posizioni remote e saranno esposti al rigido clima artico».

Queste tecnologie, troveranno applicazione anche in un progetto di ricerca in Artico finanziato dal Miur tramite Cnr, coordinato dal prof. Calizza in cui La Sapienza è capofila, per tale ragione lo scorso autunno, con l’autorizzazione del direttore del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, Alfonso Calzolaio, sotto vigilanza e supervisione del reparto Carabinieri parco al comando del tenente colonnello Carlo Console, è stata avviata l’attività di installazione di uno degli apparati da collocare successivamente in Artico. Il luogo scelto per testare la strumentazione è la piana di Campo Pericoli, secondo le direttive del Parco, con il supporto della sezione Cai dell’Aquila, del Centro turistico Gran Sasso, il 16° Nucleo elicotteri Carabinieri Rieti per il trasporto della strumentazione più delicata e all’aiuto di alcuni soci del Cai L’Aquila, tra i quali il presidente Vincenzo Brancadoro.


Sabrina Giangrande

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