«Siate forti, gentili, orgogliosi e soprattutto virtuosi».
Qualcuno ha approfittato per ballare un po' al ritmo sparato dalle casse del palco mobile da un Dj d'eccezione, lo scrittore Giovanni Di Iacovo, ex vicesindaco e oggi capogruppo di minoranza a Pescara; qualcun altro per un selfie o una diretta social, altri ancora incuriositi affacciati alle finestre o sui terrazzi; una nonna teramana addirittura seduta in prima fila a godersi lo spettacolo con la sua sedia.
«C'è ancora bisogno di iniziative di questo tipo - hanno dichiarato Fabio Milillo e Manuela Di Nardo del coordinamento Abruzzo Pride - Oltre alla conquista dei diritti degli ultimi anni, va ribadita la lotta contro ogni forma di omolesbotransfobia. Giornate come questa servono per sentirsi corpi liberi dal pregiudizio, un modo per dire che esistiamo e che per un giorno non contano quelle differenze che 365 giorni l'anno viviamo in famiglia, a scuola, al lavoro. Non è più un gay pride, è una giornata contro tutte le discriminazioni, contro la vergogna e la marginalizzazione, per la libertà e l'autodeterminazione». Presenti all'iniziativa anche gli amministratori comunali: «Su certi temi non può esserci divisione - affermano l'assessore al Sociale Ilaria De Sanctis e la consigliera Cpo Graziella Cordone - Questa iniziativa è un'espressione libera di parità, nel rispetto dei diritti e della diversità». «E' una giornata importante per Teramo, una giornata per i diritti dal forte significato politico. Esistiamo e non chiediamo il permesso a nessuno», ha dichiarato Mauro Angelozzi, dello sportello nuovi diritti Cgil. Anche il sindaco Gianguido D'Alberto ha tenuto ad esserci sul palco di piazza Martiri per parlare di Teramo città inclusiva, ma anche di Costituzione e di diritti che non vanno concessi ma riconosciuti.