Fabbrica esplosa: recuperati i corpi, al via l'inchiesta della Procura

Mercoledì 23 Dicembre 2020 di Antonino Dolce
Fabbrica esplosa: recuperati i corpi, al via l'inchiesta della Procura

Un'estenuante attesa terminata solo nel tardo pomeriggio. I corpi martoriati di Nicola Colameo, Paolo Pepe e Carlo Spinelli hanno lasciato la Sabino Esplodenti intorno alle 17 di ieri a Casalbordino. Per tutta la mattina sono andate avanti le operazioni di bonifica degli artificieri e dei vigili del fuoco. Le operazioni sono state molto delicate anche in virtù delle cause ancora sconosciute che hanno portato all'esplosione che ha spento la vita dei tre lavoratori. Nell'area della Statale 16 dove si sono concentrate le forze dell'ordine e di soccorso erano presenti anche alcuni familiari delle vittime, palpabile il dolore, accentuato dall'attesa del recupero. Per effettuarlo è stato necessario mettere in sicurezza tutta l'area.

Nella tarda mattinata sul posto sono arrivati il medico legale Pietro Falco e i pm della Procura della Repubblica di Vasto Giampiero Di Florio e Gabriella De Lucia. La situazione si è sbloccata nel pomeriggio, quando è stato autorizzato il trasferimento delle salme all'obitorio dell'ospedale di Chieti. La tragedia ha colpito nel profondo l'intero territorio, testimonianza ne è il saluto militare delle forze dell'ordine presenti al momento del passaggio dei carri funebri. Poco dopo è stata interamente riaperta al traffico anche la Statale 16 e il sindaco di Casalbordino, Filippo Marinucci, ha firmato la revoca dell'ordinanza che disponeva lo sgombero delle abitazioni nel raggio di 500 metri.

L'area individuata da interdire era stata ridotta nella serata di lunedì permettendo anche la ripartenza, dopo oltre tre ore, della circolazione dei treni. Mentre nelle comunità di appartenenza si cerca di stringersi ai familiari dei tre padri di famiglia, c'è l'inchiesta giudiziaria alle battute iniziali. La fabbrica che si occupa della distruzione e dello smaltimento di munizioni e bombe è stata posta sotto sequestro. Gli altri lavoratori (circa settanta) saranno coperti dalla cassa integrazione. Le ipotesi di reato formulate dalla Procura saranno molto probabilmente l'omicidio colposo plurimo e il disastro colposo. Secondo una prima sommaria ricostruzione, i tre dipendenti stavano movimentando una cassa contenente razzi di segnalazione usate da imbarcazioni da smaltire: una tipologia con una carica esplodente che non spiegherebbe quanto successo. «Impossibile che dei razzi abbiano causato la morte di tre persone», ripetono i colleghi; lo stesso dubbio ce l'ha uno dei titolari, Gianluca Salvatore che definisce «inspiegabile» l'incidente. 

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